Sono circa 600 gli architetti, impegnati direttamente o a vario titolo della ricostruzione, a cui non verranno pagate le parcelle. “La situazione è gravissima”, dichiara il presidente dell’Ordine provinciale, Edoardo Compagnone, “abbiamo convocato il consiglio per giovedì prossimo, all’Aquila: il primo punto all’ordine del giorno sono le misure da adottare per contrastare il lassismo del Governo, che rischia di mettere in ginocchio, imprese, professionisti e un intero territorio”.
Intanto, è stato proclamato lo stato di agitazione della categoria: “La mancata nomina del responsabile degli uffici Usrc e Ursa, gli uffici che visionano e approvano le pratiche e i progetti relativi all’Aquila e al cratere”, sottolinea Compagnone, “sta pregiudicando tutto l’andamento della ricostruzione, che è completamente ferma, con pesantissime ripercussioni economiche per il territorio. I professionisti, come le imprese, al momento hanno le mani legate: nella nostra provincia ci sono circa 600 architetti che lavorano alla ricostruzione e che non ricevono più i pagamenti, in quanto non c’è nessuno ad apporre le firme.
Quanto alle ditte edili, in buona parte di dimensioni medio-piccole, in mancanza di introiti metteranno in cassa integrazione gli operai e bloccheranno i cantieri”. Una stasi, fa notare Compagnone, “che dal 30 ottobre scorso, data di scadenza del mandato di Raniero Fabrizi come responsabile Usrc e Usra ad interim, si prolungherà per almeno 4-5 mesi. Ciò che pochi hanno compreso”, incalza Compagnone, “è che se anche il presidente del Consiglio dei ministri dovesse procedere domani alla nomina del nuovo responsabile delle due strutture, passerà ancora qualche mese per completare l’iter burocratico.
Ci sono, infatti, dei tempi tecnici da rispettare per la ratifica e il deposito della firma. In vista della scadenza del mandato, il Governo avrebbe dovuto affrontare il problema per tempo”. Compagnone conferma la partecipazione dell’Ordine degli architetti “che ha già proclamato lo stato di agitazione, ad ogni forma di protesta pubblica che verrà adottata a tutela del cratere 2009.
Aderiremo alla manifestazione contro il Governo”, dice, “nel contempo, facciamo appello ai politici locali, di tutto l’arco costituzionale e senza distinzioni di appartenenza, perché facciano sentire la loro voce e aderiscano ad una battaglia trasversale indispensabile per la tutela delle imprese, dei cittadini, dei professionisti, architetti e non solo, coinvolti nella ricostruzione. Il blocco dei cantieri dovuto ai mancati pagamenti metterà in ginocchio il territorio colpito dal sisma 2009”.