La vittima, che in passato ha avuto una relazione con l’uomo, resasi conto degli atteggiamenti ossessivi dello stesso, ha deciso di porre fine al loro rapporto; all’indomani dell’interruzione l’odierno ammonito però iniziava a mettere in atto una serie di comportamenti persecutori che consistevano nell’invio di numerosi messaggi, in chiamate quotidiane, pedinamenti, e, mediante minacce, nell’imporgli incontri anche di natura sessuale.
Quanto sopra ha generato nella vittima uno stato di ansia e paura, che l’ha indotta ad un radicale cambiamento dello stile di vita, fino a portarla all’esasperazione ed alla decisione di rivolgersi alla Polizia per far cessare gli atti persecutori.
Dalla denuncia è scaturita la notifica all’uomo del provvedimento di ammonimento, che, come previsto dalla normativa vigente, mira a colpire tutti quei comportamenti fastidiosi che, pur non costituendo reato o costituendo reato procedibile a querela di parte, sconvolgono la vita della vittima portandola all’esasperazione, facendola sentire indifesa ed in costante pericolo di vita, costringendola a vivere prigioniera della paura.