Con tale provvedimento, infatti, il Tribunale di Avezzano ha accolto la domanda di un infermiere del Pronto Soccorso di Avezzano condannando l’INAIL a corrispondergli un indennizzo commisurato alla percentuale d’inabilità (10%).
L’infermiere svolgeva l’attività lavorativa in regime di triage, sistema utilizzato per selezionare i soggetti coinvolti in infortuni secondo classi di urgenza-emergenza crescenti, in base alla gravità delle lesioni riportate e del loro quadro clinico (codice bianco, verde, giallo, rosso).
Gli avvocati Renzo Lancia e Salvatore Braghini sono riusciti a dimostrare con la documentazione prodotta in giudizio che nel caso del lavoratore del Pronto Soccorso di Avezzano erano soddisfatti i criteri medico-legali per inquadrare la sindrome contratta come infortunio lavorativo indennizzabile in ambito INAIL.
Scrive il Giudice: I testi escussi, tutti medici o infermieri colleghi di lavoro del ricorrente, hanno confermato che l’infermiere, impegnato al Pronto Soccorso prima all’accettazione pazienti e poi al triage, è stato oggetto di aggressioni fisiche e verbali da parte di pazienti e di loro parenti.
Decisiva la meticolosa ricostruzione medico-legale del dr. Giuseppe Stornelli, il quale ha ricostruito nella relazione depositata in Tribunale il complesso quadro clinico, evidenziando il nesso di causalità tra lo stress e le vessazioni in ambito lavorativo e l’insorgere della patologia cardiaca.
Gli stessi avvocati del paramedico avevano denunciato un anno fa, con un duro documento sottoscritto da 11 medici e da altri paramedici dell’unità di emergenza dell’ospedale marsicano, le gravi condizioni in cui versa il Pronto Soccorso e l’insostenibile carico di lavoro che grava sul poco personale che vi opera, alle prese con la necessità di fronteggiare continue urgenze.
Il pronto soccorso – lo ricordiamo – risponde a un bacino di oltre 180mila persone, assolvendo annualmente più di 40mila prestazioni sanitarie, che si raddoppiano o triplicano nei giorni festivi, senza considerare i presidi di Pescina e Tagliacozzo che portano il dato a 60mila. Quello di Avezzano è il secondo Pronto Soccorso d’Abruzzo dopo la struttura di Pescara.
Una vera e propria “trincea” con l’inevitabile carico di dolore, tensione, rabbia, paura, che – secondo la consulenza tecnica del dr. Giovanni Aratari e del medico legale dr. Giuseppe Stornelli – ha portato allo sviluppo della patologia accusata dall’infermiere e a un danno biologico di natura permanente derivato all’assicurato che può essere ragionevolmente essere valutato nella misura del 10%. Di qui la condanna all’indennizzo.
Piena soddisfazione hanno espresso i legali Renzo Lancia e Salvatore Braghini, sia per la portata innovativa della sentenza sia per aver riproposto all’attenzione della Magistratura e dell’opinione pubblica le difficoltà estreme in cui versa il personale del P.S., ed in particolare il ruolo dell’infermiere triagista, che comporta una grande responsabilità, allorché egli deve interpretare rapidamente e realisticamente quanto riferitogli, il più delle volte in modo concitato dal paziente o da chi lo accompagna, sui sintomi o sulle alterazioni patologiche al fine dell’assegnazione del codice gravità, per la priorità dell’accesso alle cure; un’attività, comunque, fonte di grande stress, trattandosi di interventi che implicano una valutazione ed una conseguente decisione il più possibile completa e rapida.