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Avezzano, cane sgozzato e bruciato nel nuovo Municipio

Avezzano. Ci sarebbe l’ombra dei riti satanici dietro l’inquietante ritrovamento fatto dalla polizia locale alcuni giorni fa nella sede, ancora inutilizzata, del nuovo municipio di Avezzano.

Al centro di una stanza, infatti, c’erano i resti di un cane sgozzato e bruciato su un rogo, intorno al quale era tracciato un cerchio apparentemente con il sangue dello stesso animale. Ovviamente questo macabro evento ha fatto partire un’indagine e i responsabili, se identificati, potranno essere accusati di maltrattamento e uccisione di animale nonché di violazione di proprietà privata.

“Che si tratti di satanismo o meno, quello che è successo è di una gravità assoluta e i responsabili vanno identificati e puniti adeguatamente”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Non riesco a immaginare il terrore e il dolore provato da quel povero cane davanti a tanta crudeltà. Ovviamente il nostro team legale è già al lavoro per sporgere denuncia, nella speranza di ottenere giustizia per quest’anima innocente e indifesa. Se l’ipotesi del rito satanico venisse confermata, forse questo potrebbe dare un impulso maggiore alle indagini poiché si penserebbe anche a un pericolo per la società”.

“In realtà, nel 2021, dovrebbe essere ormai chiaro che chiunque compia una nefandezza del genere – indipendentemente dal motivo – rappresenta davvero un pericolo per tutti, non soltanto per gli animali. Che sia satanismo, magia nera o ‘semplice’ crudeltà, questi gesti sono indice di personalità disturbate che, se non fermate in tempo, possono diventare capaci di fare molto di più e di peggio. In molti probabilmente penseranno ‘era solo un cane’, ma non è così. Non era ‘solo’ un cane, era un essere vivente come me e chiunque altro legga queste parole e la sua vita non valeva di meno delle altre”, continua Rosati.

“Confido che le indagini vengano svolte con il dovuto impegno e mi auguro che chiunque possa dare informazioni utili si dimostri collaborativo. Se qualcuno sa qualcosa e non informa gli inquirenti si rende complice di queste persone malvagie e non è migliore di loro”, conclude Rosati.

foto ilcapoluogo.it