L’Aquila. Costerà oltre 50mila euro alle suore della casa famiglia Immacolata Concezione, ubicata nella popolosa frazione aquilana di San Gregorio, nella periferia est dell’Aquila, la produzione di ben 111 litri di genziana, un liquore casalingo, dal sapore intenso e dalle proprietà digestive, ma sprovvisto di etichetta e per questo motivo non tracciabile.
Ad aver destinato alla distruzione tanto “ben di Dio” è l’articolo 18 del regolamento Ce numero 178 del 2002, invocato attraverso un’ordinanza emessa prima dal sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente e poi dal vice sindaco, Nicola Trifuoggi, ex procuratore capo dell’Aquila e di Pescara.
Nel corso di un controllo eseguito nel mese di dicembre, i Nas di Pescara avevano trovato nei locali dell’istituto religioso, gestito da quattro suore zelatrici del Sacro Cuore, numerose bottiglie del liquore. Le religiose, che hanno un regolare permesso di somministrazione di alimenti, avevano dichiarato che le bottiglie di genziana erano per uso personale, ma ciononostante era stato aperto un verbale e poi un fascicolo penale a carico delle religiose che hanno presentato un ricorso che non ha sortito gli effetti sperati.
L’oblazione verrà discussa in udienza preliminare a gennaio, la genziana è stata invece distrutta da una delle municipalizzate del Comune dell’Aquila.