La vicenda risale allo scorso aprile quando a seguito di indagini della polizia stradale ci fu la denuncia di una quindicina di persone. Tra le accuse l’aver costretto degli autisti a turni forzati obblidandoli, secondo le indagini rivelatesi all’epoca, ad utilizzarte cronotachigrafi manipolati per aggirare le normative vigenti in materia di trasporto, con gravi ripercussioni, si disse, sulla sicurezza stradale e sulla salute dei lavoratori stessi. Contestazioni che, dunque, non hanno trovato riscontri probanti nell’udienza preliminare di oggi.
“Le infamanti accuse mosse da portatori di cattiveria che ingiustamente hanno cercato di ledere la dignità di uomini seri e con seri valori – si legge nella nota della società – si sono scontrate contro il muro della giustizia. Una giustizia che ha riconosciuto l’onesta di gente che ha sempre creduto nel lavoro facendone una ragione di vita. La Di Nino Trasporti, i suoi titolari e tutti i suoi collaboratori, nonostante qualcuno ha provato a distruggerla, ha tenuto fede a tutti gli impegni assunti con la propria committenza, dimostrando di avere forza e coraggio e di non arrendersi mai. Non possiamo negare – afferma l’azienda – che sono stati momenti molto tristi perché al posto di avere concentrazione soltanto rivolta ad affrontare la crisi odierna e a salvaguardare i livelli occupazionali, ci siamo dovuti occupare della difesa puntuale e dettagliata atta a smontare le accuse ingiustamente rivolte. Il più grande ringraziamento è per tutti i collaboratori della Di Nino Trasporti, agli autisti, agli impiegati, ai meccanici, ai carrellisti, ai magazzinieri che in questi mesi hanno fatto quadrato attorno all’azienda, a queste persone che ogni giorno fanno della Di Nino Trasporti una grande famiglia. Un sentito abbraccio anche alle tantissime persone che sin dall’inizio di questa vicenda hanno manifestato vicinanza e solidarietà credendo da sempre nella nostra estraneità ai fatti. Un ringraziamento particolare – conclude la nota della società – ai nostri avvocati, Vincenzo Margiotta, Antonella Di Nino, Antonio Larussa, Pietro Borello”.