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La Madaar chiude lo stabilimento di Bazzano: la denuncia della Cisl

L’Aquila. La società Madaar, che a gennaio 2013 ha rilevato lo stabilimento ex Otefal, ha intenzione di chiudere definitivamente l’azienda a giugno prossimo.

A lanciare l’allarme è Gino Mattuccilli, della Fim-Cisl della provincia dell’Aquila, che comunica che, sebbene manchi ancora l’annuncio ufficiale, a conferma delle intenzioni dei siriani ci sarebbero “le manovre in atto proprio in questi giorni”: la fabbrica di Bazzano è stata, infatti, completamente svuotata dei materiali per la produzione di alluminio, fonderia, laminazione e verniciatura.

“La prima gara relativa alla procedura fallimentare, indetta dal commissario Omero Martella, è andata deserta – spiega Mattuccilli – l’auspicio è che, nelle prossime gare, si facciano avanti nuovi gruppi industriali, solidi e affidabili, in grado di rilevare lo stabilimento ex Otefal per evitare la perdita di altri 180 posti di lavoro”.

Ma il tempo stringe. “A giugno prossimo – continua – scadranno i contratti dei dipendenti. Le maestranze sono in cassa integrazione a zero ore da gennaio scorso a causa della mancanza di commesse e di un portafoglio ordini in grado di mantenere in piedi la fabbrica aquilana. I siriani sono arrivati all’Aquila più di un anno fa e hanno rilevato, prendendolo in affitto, il capannone ex Otefal, che era in concordato preventivo dopo l’uscita di scena della vecchia proprietà, la Pozzoli di Bergamo. L’affitto del ramo d’azienda – incalza Mattuccilli – secondo le intenzioni manifestate inizialmente dalla Madaar, avrebbe dovuto rappresentare il primo passo verso l’acquisto definitivo dell’immobile. Un progetto che, alla luce di quanto sta accadendo negli ultimi giorni, non si è rivelato solido. Il rischio concreto è che L’Aquila perda definitivamente un’altra realtà industriale e 180 posti di lavoro in un momento di profonda crisi occupazionale”.