L’istanza è contenuta in un atto di 200 pagine che è stato presentato oggi presso il Tribunale dell’Aquila. Secondo il legale (che ha assistito i ragazzi quali parti offese durante il processo penale che a breve verrà nuovamente discusso in Appello) le responsabilità dei due Enti (Regione Abruzzo e Adsu) sono molteplici e si evincono non solo dalle carte processuali, ma anche dalle stesse relazioni tecniche redatte dagli uffici preposti (come quello del Demanio) o della società Abruzzo Engineering (della Regione Abruzzo) quest’ultimo costato 6 milioni di euro circa, in cui erano state evidenziate criticità nell’edificio senza che nessuno si sia adoperato per risolverle. Addirittura sempre secondo l’avvocato Della Vigna, anche nel sopralluogo effettuato dai tecnici nella Casa dello Studente dopo il forte terremoto del 30 aprile alcune crepe su una parete furono sottovalutate e giudicate come un semplice distacco di intonaco, ma così non fu tanto che la parete medesima crollò durante il sisma del 6 aprile di cinque anni fa. Di qui la decisione di intraprendere l’azione civile.
Con l’avvocato Della Vigna nella conferenza stampa era presente anche l’architetto romano Margherita Aledda uno dei consulenti del pm Fabio Picuti della Procura della Repubblica dell’Aquila, che ha condotto la maxi inchiesta sui crolli degli edifici pubblici e privati (220 circa) dopo il devastante sisma.