L’Aquila. Il leone rinvenuto durante gli scavi nella zona di Porta Barete deve restare in città.
Lo afferma Elvezio Sfarra, segretario regionale Fp-Cisl, che sollecita tutti gli organi preposti “a fare in modo che l’ultimo tesoro archeologico rinvenuto a Porta Barete non finisca in altre città, ma venga conservato all’Aquila per arricchire il patrimonio archeologico attualmente conservato nel castello cinquecentesco, in fase di restauro. Questo – sottolinea Sfarra – sia per non disperdere la nostra memoria, sia per recuperare un interesse storico-turistico-culturale che potrebbe veicolare sul territorio un turismo d’eccellenza e piuù qualificato. A favore della valorizzazione delle antiche mura storiche della città e di tutti gli elementi ad esse collegati, si è espressa, nei giorni scorsi, anche la sezione aquilana dell’Archeoclub sottolineando la valenza del recupero delle radici culturali del comprensorio”.
Secondo il segretario regionale Fp-Cisl “i ritrovamenti archeologici importanti, ma in genere tutte le opere d’arte che connotano un territorio, dovrebbero permanere nello stesso poichè ne sono parte integrante e costituiscono le basi del passato sulle quali edificare lo sviluppo futuro, non solo economico ma culturale e identitario.
Lo stesso Guerriero di Capestrano, attualmente conservato alla Sovrintendenza archeologica di Chieti, sarebbe stato perfettamente fruibile all’interno del monumentale castello della cittadina abruzzese, creando un indubbio interesse turistico, che avrebbe valorizzato un territorio comunque meraviglioso. E’ il caso di ricordare – conclude Sfarra – che in Toscana il comune di Monterchi, per poter conservare e rendere fruibile il famoso dipinto della Madonna del Parto di Piero della Francesca, ha sopportato una lunga vicenda giudiziaria con il comune di Sansepolcro”.