Le cause del dissesto sono da attribuire al mancato incasso dei crediti ed al terremoto, anche se già prima del 2009 alcuni fornitori lamentavano il mancato pagamento. Ma G.D., 43 anni, imprenditore dell’hinterland aquilano, impegnato nella ricostruzione post terremoto, ha continuato a lavorare nei sub appalti, persino fatturando ai suoi committenti. Ed il “giochetto” sarebbe continuato se non fossero intervenuti i finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria dell’Aquila che vigilano sulle opere della ricostruzione del cratere.
I finanzieri hanno, infatti, scoperto che l’imprenditore poteva proporsi a prezzi competitivi, pur fatturando la propria opera e, quindi, togliendo d’impaccio i propri committenti che ottenevano lavorazioni a costi analoghi al “nero” ma, comunque, ricevevano fattura e scaricavano tranquillamente i costi. Il trucco era insito nel fallimento stesso: l’imprenditore continuava a fatturare ma non teneva alcuna contabilità, e, di conseguenza, non avrebbe mai presentato dichiarazioni e pagato tributi.
Complessivamente, operando in tal modo, ha emesso fatture per oltre 350 mila euro. Una forma di concorrenza che distorce il mercato dell’edilizia e della ricostruzione nel territorio, a danno delle imprese serie che si attengono agli obblighi fiscali e contributivi. Per questo, al termine delle indagini contabili e bancarie dei finanzieri, su richiesta del Procuratore della Repubblica di L’Aquila Fausto Cardella e del Sostituto Procuratore Fabio Picuti, il Gip del Tribunale dell’Aquila Marco Billi ha disposto nei confronti dell’imprenditore fallito, indagato per bancarotta fraudolenta, documentale e distrattiva, il sequestro di un terreno ad uso agricolo a lui ricondotto proprio dalle indagini delle Fiamme Gialle.