L’Aquila. Sul presunto giro di baby prostitute a L’Aquila, del quale aveva parlato il vescovo ausiliare monsignor Giovanni D’Ercole, la magistratura aquilana ha avviato una “indagine preliminare”.
Lo ha confermato all’Agi il procuratore capo della Repubblica Fausto Cardella. “Al momento” ha spiegato “siamo appena alla fase iniziale, all’acquisizione, cioè, di una ipotetica notizia di reato che abbiamo appreso solo dai giornali. Il fascicolo è stato assegnato al sostituto procuratore David Mancini il cui pool ha competenza su questo genere di reati”. Anche per quanto riguarda le affermazioni di monsignor D’Ercole, il procuratore capo è molto cauto tanto che parla di “presunte dichiarazioni”. Non è pertanto escluso che lo stesso prelato possa essere ascoltato in qualità di persona informata sui fatti. Le baby squillo, alcune delle quali avrebbero meno di 14 anni, si sarebbero prostituite anche per ottenere una ricarica telefonica. “Se dagli accertamenti dovessero emergere della verità su quanto riportato dai mass media” ha aggiunto Cardella “l’inchiesta subirà un salto di qualità. L’obiettivo, ovviamente, è identificare i presunti sfruttatori”.
Monsignor D’Ercole avrebbe saputo da un medico l’esistenza del giro di baby prostitute ma per il resto ha mantenuto un assoluto riserbo.
Sulla questione è intervenuta anche la giunta comunale de L’Aquila, che ha chiesto un incontro al Prefetto.
“Non c’è dubbio che le affermazioni di Monsignor D’Ercole abbiano destato in noi una certa preoccupazione ma, finchè si tratta di sue dichiarazioni o sentori o impressioni, non possiamo che attendere l’approfondimento delle forze dell’Ordine, peraltro, già impegnate in una campagna sul territorio tesa a sensibilizzare e a raccogliere dati sulla violenza sulle donne. Sicuramente la Chiesa” prosegue la nota “è un osservatorio privilegiato ed anche un solo caso sospetto o taciuto di baby prostituzione rappresenta un dato allarmante ed assolutamente intollerabile. Quello che sicuramente emerge, invece, ed è evidente e sotto gli occhi di tutti, è il disagio sociale che la città sta vivendo dal dopo terremoto. Una città che ancora soffre l’incertezza della sua ricostruzione con l’incertezza dei fondi, oggi non sufficienti per il rispetto tempi del crono programma. Abbiamo comunque chiesto un incontro col Prefetto per fare chiarezza sulla vicenda anche perchè, se il nostro territorio dovesse essere davvero a rischio, chiederemo immediatamente un piano d’intervento sociale a Governo e Regione per l’istituzione di un osservatorio speciale sul fenomeno e l’istituzione di un numero verde. Intanto, qualora il fumus sollevato da Monsignor D’Ercole, fosse confermato, sarà nostra premura istituire anche un tavolo di lavoro per prevenire e fermamente contrastare il dilagare del fenomeno. Al di là di mere ipotesi tutte ancora da confermare, resta il fatto che chiunque dovesse venire a conoscenza di un qualsiasi tipo di abuso o violenza su minori è tenuto ad informarne immediatamente le forze dell’ordine ed i servizi sociali che, chiaramente, garantiranno l’anonimato della fonte”.