“Il recente orientamento giurisprudenziale e ragioni di economicita? ed efficacia, avrebbero dovuto indurre il Comune di Ofena ad attingere dalle graduatorie del Concorsone, che già contano numerosi candidati idonei per il profilo professionale richiesto (istruttore amministrativo cat. C1)” si legge in una nota. Il Concorsone, svoltosi in soli 5 mesi, ha, inoltre, selezionato i migliori: infatti solo il 5% dei partecipanti ha superato tutte le selezioni e le graduatorie saranno valide fino a febbraio 2016. Se il Comune di Ofena avesse fatto ricorso alle graduatorie del bando Ripam, ad oggi avrebbe già in forza il personale di cui necessitava a costo zero per la collettività, evitando così una lunga e costosa procedura. Non e? comprensibile l’utilità di questa selezione e la ragione per la quale siano costantemente eluse le graduatorie del concorso Ripam-Abruzzo, anche a costo di sprecare risorse pubbliche, che potrebbero essere destinate ad altri scopi ben più utili per tutta la comunità e tempo prezioso”. I firmatari dell’esposto hanno pertanto chiesto alla Corte dei Conti de L’Aquila di accertare che la procedura selettiva che il Comune di Ofena ha bandito non costituisca uno spreco di risorse pubbliche e che il comportamento dell’amministrazione comunale non sia causa di danno erariale. “Se la Corte dei Conti dovesse accertare che l’espletamento di tale concorso sia causa di un danno erariale per le casse dell’ente” aggiungono “gli amministratori e dirigenti del Comune potrebbero essere chiamati a rispondere di tale danno con il proprio patrimonio”.