“I rappresentanti degli studenti, in tutti i consessi, hanno più volte posto l’attenzione sulla priorità di istituire le strutture di raccordo – si legge in una nota a firma dell’Udu -. Il primo documento portato all’attenzione della commissione didattica risale al lontano 18 luglio 2012; ad esso sono succeduti numerosi interventi negli organi centrali e nei Consigli di Dipartimento, mozioni del Consiglio Studentesco e, non ultimo, il documento stilato dall’UdU L’Aquila per le elezioni del Rettore”.
Il motivo di tanta pressione è dato dal fatto che, secondo l’Udu, le scuole in questione ricoprirebbero un ruolo fondamentale sia per l’organizzazione dei corsi che per l’omogeneità nei percorsi formativi.
La mancata istituzione, afferma l’Unione degli Universitari, danneggerebbe gli studenti già iscritti e le potenziali matricole, a causa della notevole confusione nell’orientamento in ingresso dovuta all’attuale conformazione del manifesto degli studi.
“Riteniamo opportuno ribadire inoltre – continua la nota – che le Scuole dovranno rispecchiare le funzioni e la composizione previste dallo Statuto. Esse non possono in alcun modo essere rimpiazzate da differenti modalità di coordinamento di Presidenti di Cad o altre forme di raccordo. Al contrario, in alcuni casi si sta assistendo ad una vera e propria sostituzione di quelli che sono organi previsti dallo Statuto, con riunioni ufficiose su temi di importanza rilevante e, fatto ancora più grave, in assenza della rappresentanza studentesca. Con la non istituzione delle Scuole si è creato un forte ritardo che ha indubbiamente inficiato il rapporto tra strutture di Ateneo e organizzazione della didattica. Le resistenze all’istituzione di esse sottointendono ad una visione dei Dipartimenti come “spartizione di potere d’Ateneo”, a danno dell’utilizzo efficace delle risorse umane e strutturali e dunque a danno della capacità dell’Ateneo di mantenere un forte e radicato insediamento. Riteniamo inaccettabile che l’istituzione delle Scuole sia il terreno di uno scontro che, per l’ennesima volta, vede come campo di battaglia le questioni didattiche, e quindi gli studenti. Chiediamo, pertanto che in accordo con la delibera assunta dal Senato Accademico l’8 marzo, si cambi immediatamente rotta rispetto all’attuale situazione di immobilismo”.