L’Aquila. Elezioni amministrative del 28 e 29 marzo anche a Capistrello, comune commissariato da oltre un anno dopo lo scioglimento della giunta Scatena, conclusasi anticipatamente per la non approvazione del bilancio. Da alcuni accertamenti di commissari prefettizi durante il 2009 si evince, infatti, che il Comune di Capistrello sarebbe in dissesto finanziario causa “imperizie”.
Da qui lo scioglimento della vecchia amministrazione, il commissariamento e, ora, le elezioni comunali. Sarebbero quattro i candidati a sindaco. Il primo, ormai certo, è Antonino Lusi, ex consigliere parlamentare e fratello del senatore del Pd, Luigi Lusi. Il centro-destra risponde con Francesco Ciciotti, seconda candidatura assodata a capo di una lista ancora aperta e che già si dichiara pronta ad accogliere persone di diversa opinione politica.
Secondo alcune voci, la posizione centrale sarebbe, invece, ricoperta dalla lista civica di Aldo Pizzi. Quarto candidato presentatosi ai cittadini con largo anticipo è, infine, un ex sindaco, Paolo De Meis, oggi, però, al centro dell’attenzione pubblica per altre motivazioni.
Proprio De Meis è stato, infatti, citato in giudizio per rispondere di fronte al giudice della Corte dei Conti di un danno erariale pari a circa un milione di euro. Si tratta della somma destinata alla realizzazione di un impianto di distribuzione di gas metano da costruire sul territorio comunale. Secondo la Corte dei Conti, infatti, De Meis ed alcuni dipendenti comunali avrebbero avuto “condotte trasgressive e disordinate, contrarie ai doveri d’ufficio e alla corretta gestione dell’amministrazione comunale con i criteri di buona amministrazione, efficienza e qualità nella resa dei servizi ai cittadini”. Tutti, inoltre, si caratterizzerebbero per una “gestione caotica e disordinata dei lavori di metanizzazione, che ha aggravato pesantemente il bilancio comunale”.
Le indagini avrebbero inoltre accertato che, tra gli importi a disposizione del Comune per la metanizzazione, erano inclusi anche 1.500 allacci assolutamente gratuiti per i cittadini. Nonostante questo, sembrerebbe che l’amministrazione De Meis avrebbe ugualmente chiesto ai contribuenti il pagamento degli allacci in questione, per un importo totale di quasi 300mila euro. La somma, secondo l’organo di indagine, non sarebbe stata, però, utilizzata in modo appropriato, oltre al fatto che “non se ne trova uso specifico nei capitoli di spesa del bilancio” del Comune.
Lo stesso dicasi per una somma pari a circa 400mila euro, derivante dalla differenza fra quello che l’amministrazione aveva a disposizione e quanto risulta elargito dai mandati di pagamento. Somma di cui non è stato rinvenuto nulla nella documentazione contabile analizzata.
La questione assume una particolare rilevanza soprattutto dopo il dissesto finanziario in cui sarebbe piombato il Comune di Capistrello e che avrebbe portato allo scioglimento della giunta Scatena.
Tania Di Simone