L’Aquila. “Lo Stato non ci ha abbandonati: non ci ha proprio visti”. Sono parole dure quelle pronunciate da Sergio Bianchi, padre di Nicola, studente di 22 anni morto nel terremoto de L’Aquila di 4 anni fa.
Parlando nella sede del Consiglio Nazionale dei Geologi, a Roma, in occasione della presentazione di un premio di laurea per ricordare le vittime universitarie del sisma del 2009, Bianchi, presidente dell’Associazione Vittime Universitarie del Sisma (Avus), composta da 13 genitori, ha sottolineato quanto sia importante ricordare chi ha perso la vita nel terremoto “ma anche non dimenticare i fatti che hanno portato a quella tragedia”.
“Il nostro obiettivo” ha detto “è ricordare i nostri figli e gli errori a causa dei quali sono morti. È comodo per lo Stato cancellare tutto ma noi questo non lo vogliamo. Ci sforziamo di far vedere che abbiamo una vita normale, ma con mia moglie e mia figlia siamo dovuti andare dallo psicologo, che non ci è nemmeno stato pagato dallo Stato. Non che ce lo aspettassimo ma forse sarebbe stato giusto, no? La verità è che gli animali hanno un senso della solidarietà molto più forte di noi”.