“La sua passione e le sue notevoli capacità di relazione – ha ricordato Goffredo Palmerini, Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo – in breve tempo gli consentirono di organizzare, nel novembre del 2009, la Prima Settimana Abruzzese in Venezuela, tenutasi a Caracas, con la presenza del Presidente del Consiglio Regionale, Nazario Pagano, dei Consiglieri regionali Riccardo Chiavaroli e Luciano Terra, e di altri esponenti delle Istituzioni abruzzesi. Importanti e notevoli i riscontri ottenuti presso il Governo venezuelano, presso esponenti dell’economia e del turismo, con il qualificato sostegno delle nostre rappresentanze diplomatiche. Un grande successo, poi replicato negli anni successivi con le altre edizioni della Settimana. Determinato, tenace, schietto, generoso, dotato di grande carisma, Giovanni Margiotta ha guidato la Federazione Abruzzese con chiarezza di obiettivi e lungimiranza, trasformando la visione dell’associazionismo, talvolta legata ad sentimentalismo senza sbocchi, al servizio concreto verso la comunità abruzzese in Venezuela, alla promozione del Made in Abruzzo, al valore della funzione dell’attività culturale, all’integrsazione dei giovani nella rete associativa favorendo il ricambio generazionale. Un esempio eclatante sta proprio nella sua famiglia, dove suo figlio Johnny Margiotta, componente del Cram, è figura di rilievo della comunità giovanile non solo in Venezuela ma anche nel continente latino-americano. A sua moglie, Germana Pieri Margiotta, brillante giornalista, a Johnny e agli altri due figli, alle Associazioni Abruzzesi in Venezuela e alla Federazione, ora nelle mani del vicario Norman Amati, quale componente del Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo, desidero esprimere i miei sentimenti di vicinanza, profonda amicizia e solidarietà per la grave perdita del presidente Giovanni Margiotta. La sua vita, il suo esempio, il suo attaccamento alla terra d’Abruzzo, costituiscono un patrimonio straordinario sul quale investire per il futuro della Federazione, avendo Egli lasciato – conclude Palmerini – un sentiero chiaro e diritto sulle prospettive e sul ruolo che a buon diritto competono agli Abruzzesi in Venezuela”.