L’Aquila. Dall’Albania al consumo durante la ricreazione nelle scuole del capoluogo: per il traffico di droga sgominato dall’operazione Spread arrivano le prime condanne. Cinque i giovani già condannati, dieci quelli rinviati a giudizio dal Gup.
Sedici, diciassette anni, l’eta’ dei clienti. Venti, venticinque quella degli spacciatori. Studenti gli uni e gli altri. E a dirigere il traffico la regia di albanesi e tre giovani studenti aquilani, finiti in manette nell’ambito dell’operazione Spread, portata avanti dagli agenti della Narcotici della squadra mobile della questura di L’Aquila, nell’estate scorsa. La vicenda oggi ha avuto un primo epilogo nelle aule di giustizia. Un’ inchiesta che aveva portato alla luce un fiorente spaccio di droghe tra cui anche cocaina regolarmente consumata anche nei bagni di istituti superiori durante la ricreazione. Stamane il Gup del tribunale del capoluogo ha condannato cinque giovani (tra cui un albanese) a pene che vanno da uno a quattro anni di reclusione per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed ha rinviato a giudizio altri dieci giovani, tutti di eta’ compresa tra i 18 ed i 20 anni. Il processo per questi ultimi è stato fissato il 16 ottobre.
L’operazione aveva portato all’arresto di due ventenni aquilani (un ragazzo e una ragazza) e di due albanesi di 25 e 21 anni, quest’ultimo irreperibile. Arresti domiciliari per un altro aquilano di 26 anni. Obbligo di dimora per un 29enne, anche lui aquilano. Altri 11 maggiorenni erano stati denunciati in stato di libertà, tra loro anche due minorenni. Spread era il nome in codice che i ragazzi avevano dato alle sostanze stupefacenti spacciate: marijuana, hashish e cocaina: gli investigatori della sezione narcotici avevano lavorato giorno e notte, partendo dal controllo iniziale di ragazzi con fare sospetto, per passare poi alla successiva perquisizione domiciliare o delle auto, pedinando gli studenti, intercettando le loro conversazioni, effettuando delle perquisizioni sul momento anche fuori dagli istituti di secondo grado (soprattutto nel polo scolastico di Colle Sapone e lungo viale Corrado IV). Vagliando poi il materiale probatorio raccolto, gli inquirenti hanno agito di conseguenza per stroncare un giro di spaccio di droghe in città che rischiava di allargarsi a macchia d’olio anche all’interno di altri istituti scolastici.
Nelle 40 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare con cui il Gip Giuseppe Romano Gargarella aveva deciso di spedire in carcere i tre giovani studenti, si evincono colloqui inequivocabili dei ragazzi con altri coetanei o soggetti piu’ grandi di loro per l’acquisto, la vendita, la cessione ma anche il taglio della droga. Addirittura uno dei due minorenni, e’ accusato di aver spacciato a scuola circa un chilogrammo di marijuana per un corrispettivo di 3.500 euro. Numerosi i casi di spaccio che sono entrati nell’inchiesta che ha rivelato come il consumo avvenisse dentro i plessi scolastici nella pausa della ricreazione, oppure fuori le scuole prima o dopo le ore di lezione. “Oh…ma se ci fermano con tutta sta’ roba ci arrestano…e’ pure divisa in due”, esclamava in auto uno degli arrestati rivolgendosi a un amico. “Anche all’interno della scuola – scrive il Gip – vi e’ un’attivita’ di spaccio”. Secondo le investigazioni un ruolo di primo piano lo avrebbero avuto tre giovani aquilani che a loro volta avrebbero acquistato grosse partite di droga a due albanesi. Uno degli arrestati invece aveva messo a disposizione la propria abitazione dove contrattare l’acquisto e vendita di droga. Addirittura per evitare i controlli in talune circostanze venivano utilizzati anche i taxi.