La decisione del governo di autorizzare la centrale ed il gasdotto Snam “suona come una beffa, a poche ore dall’approvazione della legge sul Bimillenario Ovidiano”.
E’ la prima reazione del sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, colta come tutti di sorpresa da una decisione
assolutamente imprevista che sa quasi di agguato proditorio ai danni dei cittadini del Centro Abruzzo e delle loro istituzioni rappresentative. Il governo, ignorando i pareri contrari delle istituzioni locali e regionali e calpestando le legittime attese dei cittadini, ha motivato la decisione invocando il “preminente interesse strategico nazionale dell’opera”.
“Contro il parere del territorio, passando sulla testa delle comunità e senza informare. Contro ogni logica, in un’area ad alto rischio sismico” ha sottolineato il sindaco, indignata dalla novità venuta da palazzo Chigi.
“E’ una cosa vergognosa fatta proprio a pochi giorni dallo scioglimento delle Camere – ha concluso Casini – Pagina nera per la storia di questa Valle e un inaccettabile affronto da questo governo che si esprime contro il parere di Regione, Provincia e Comune”. “Davanti alla gravissima decisione di autorizzare la centrale di compressione gas a Sulmona non posso che rimanere basita e sentirmi offesa come cittadina e come amministratore che vive in un Paese che ho sempre creduto democratico ma che in questo momento stento a riconoscere tale – ha dichiarato l’assessore all’Ambiente, Alessandra Vella – non possono essere assunte decisioni senza ascoltare la voce dei cittadini e ignorare i rischi a cui gli stessi vengono violentemente esposti. Non possiamo e non dobbiamo accettare tutto questo”.
Giovanni Lolli. “Un errore che faremo di tutto per correggere seguendo le strade che la legge ci permette di percorrere”. Lo ha affermato il vicepresidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli, commentando la decisione del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera alla realizzazione, a Sulmona, della centrale gas di decompressione della Snam. Lolli era presente ieri in seduta del Consiglio dei ministri in rappresentanza della Regione Abruzzo. “Anche in quella sede – spiega il Vicepresidente – ho confermato la netta contrarietà della Regione sulla realizzazione della centrale di decompressione. Siamo stati sempre contrari ad una soluzione del genere e lo abbiamo ribadito anche davanti al Governo quando ha deciso di avocare a sé la decisione finale sulla centrale per superare il blocco che si è creato all’interno della Conferenza dei servizi”. La posizione della Regione “non è mai stata una posizione strumentale”, al contrario “abbiamo sempre motivato il nostro dissenso”. In questo senso, davanti al Governo, il vicepresidente Lolli ha sottolineato che “la realizzazione della centrale di decompressione va a compromettere un territorio di alto valore naturalistico e ambientale, tra i più importanti a livello regionale. Non solo – ha ribadito Lolli davanti al presidente del Consiglio Gentiloni e ai Ministri – stiamo parlando di un’area ad alta fragilità sismica, sottoposta da parte dell’Ingv a particolari azioni di monitoraggio e controllo proprio per la specificità sismica. Quanto accaduto in Austria qualche giorno fa dovrebbe far capire quanto sia pericoloso realizzare un’opera del genere in Valle Peligna”. Subito dopo la decisione del Consiglio dei ministri, il presidente della Giunta regionale “ha dato mandato – spiega Lolli – all’Avvocatura regionale di esaminare con attenzione tutti gli atti in modo da predisporre il ricorso davanti al Tar”.