“Officina L’Aquila” diventerà “Officina Italia”. I recenti terremoti che hanno colpito il Centro Italia hanno posto di nuovo al centro l’importanza di condividere le best practice e mettere a disposizione dell’intero Paese quelle strutture e quei processi di gestione dell’emergenza prima, e della ricostruzione (materiale e sociale) poi, che sono state attuate all’Aquila e in generale nel cratere sismico relativo al sisma del 2009, tra molte difficoltà ma anche con grande efficienza e buoni risultati.
L’idea di trasformare la rassegna internazionale sulle pratiche della ricostruzione che porta all’Aquila esperti di restauro in tema di edilizia, restauro, riqualificazione urbana, adeguamento energetico, sicurezza sismica in un confronto nazionale, è stata lanciata questa mattina nel corso del convegno di apertura dei lavori per la seconda giornata della manifestazione promossa e organizzata da Carsa srl, in collaborazione con Ance Abruzzo, in collaborazione con ANCE Abruzzo, insieme ad ANCE L’Aquila, ANCE Chieti, ANCE Pescara, ANCE Teramo. Dunque è arrivato per L’Aquila il momento di aprirsi al mondo e mostrare lo straordinario laboratorio che oggi è, con l’obiettivo di comunicare e valorizzare questa straordinaria esperienza in corso e, ora, anche di condividerla con il resto del Paese che è uno dei più sismici in Europa.
Idea da subito appoggiata anche dalla commissaria straordinaria per la ricostruzione del cratere sismico del Centro Italia e sottosegretaria di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, Paola De Micheli, intervenuta al convegno “Resilienza, rinnovamento e partecipazione”. “La governance della ricostruzione non cambia, se non per rendere più efficace ed efficiente il processo fino all’ultimo giorno; una ricostruzione come problema sociale, psicologico, organizzativo e di norme, un patrimonio da rendere fruttuosamente disponibile al sistema nazionale”, ha detto De Micheli, rispondendo anche alle perplessità dei sindaci del cratere sismico del 2009, preoccupati per la decisione del Governo di abolire gli Utr, gli Uffici territoriali per la ricostruzione. La sottosegretaria ha spiegato l’evoluzione del modello organizzativo post-sisma. “Il tema della partecipazione del territorio alle decisioni non è stato minimamente modificato con le nuove misure”, ha spiegato, “le decisioni sono ancora prese secondo un modello partecipativo che previene e risolve i conflitti. La condivisione con i sindaci resta e credo fermamente nel loro ruolo fondamentale ai fini della ricostruzione”.
A confronto con De Micheli anche la rettrice Paola Inverardi, la ricercatrice del Gssi Giulia Urso, il titolare dell’Ufficio speciale dell’Aquila, Raniero Fabrizi, che ha fatto il punto sullo stato dell’arte della ricostruzione dell’Aquila, pronta ad affrontare con più vigore la ricostruzione dei centri storici delle frazioni, ricostruzione al di sotto del 10%. La rettrice ha sottolineato l’urgenza di non disperdere il patrimonio acquisito in questi anni post-sisma, ricordando il lavoro in corso per la realizzazione di un grande “centro dati” che raccolga i dati relativi ai vari contesti della ricostruzione dell’Aquila e del cratere sismico e che diventi patrimonio di tutti. C’è da comprendere prima, però “quali sono i dati che vogliamo ricordare e rendere fruibili? Come li vogliamo usare? Qui all’Aquila si stanno sperimentando tecnologie mai sperimentate al mondo. Abbiamo avuto, inoltre, dal terremoto, anche problemi ‘psicologici’ mai censiti, un tipo di informazione che dovremmo essere in grado di mettere a servizio della comunità mondiale. Non si ricostruisce un territorio se non si ricostruiscono le coscienze. Se arriva una scossa di magnitudo 5.0 e la comunità crolla psicologicamente allora c’è qualcosa che non abbiamo capito”.
Di vulnerabilità degli edifici e come garantire la sicurezza si è parlato nel convegno di fine mattina. L’uso sapiente delle migliori tecnologie applicate al restauro con consolidamento dei palazzi storici, delle scuole e degli edifici strategici. Grazie al know how ingegneristico e ad una progettazione consapevole L’Aquila è una delle città più sicure d’Italia. Come misurarlo? Questa è la domanda intorno a cui si sono confrontati i diversi relatori, tra cui anche Dante Galeota e Elena Antonacci, docenti della facoltà d’Ingegneria dell’Università dell’Aquila (“Monitoraggio strutturale della Basilica di Santa Maria di Collemaggio”). “Per Collemaggio abbiamo creato un sistema di monitoraggio per tenere sotto controllo le vulnerabilità. Uno strumento di ausilio già nella fase di cantiere”, ha spiegato Antonacci, “più sismi hanno interessato la Basilica di Collemaggio, che oggi ha poco di ciò che aveva la Chiesa che ha ospitato l’elezione di Celestino V”.
Il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, durante l’evento di questa mattina promosso da Officina L’Aquila ha presentato l’evoluzione del cantiere dell’Emiciclo sottolineando l’eccellenza in campo di adeguamento sismico e l’altissima qualità delle tecnologie messe in campo. Carmenzo Miozzi dell’Usra ha invece spiegato come avviene il monitoraggio della ricostruzione dell’Aquila e quali sono le elaborazioni e le attività possibili partendo dalla scheda parametrica: costi in vite umane ed economici e danni alle strutture.
Per il presidente del Consiglio nazionale superiore lavori pubblici, Massimo Sessa, la maggioranza delle strutture sul territorio italiano sono progettate con azioni sismiche basse e non pensate per il sisma, questo comporta costi economici e sociali ingenti.
Nella sezione pomeridiana della rassegna si è affrontato il tema “Sisma bonus: normativa, tecnologie e aspetti economici”. Proprio dalla ricostruzione dell’Aquila sono nati i parametri per lo strumento che può convertire in pratica la messa in sicurezza del patrimonio edilizio italiano, come ha sottolineato il presidente dell’Ordine degli Ingegneri dell’Aquila, Elio Masciovecchio. Nel corso del convegno sono state esposte le ultime novità.
Il docente dell’Università Federico II di Napoli, Andrea Prota – intervenuto sul tema “La ricostruzione privata dell’Aquila come riferimento per la valutazione economica e l’analisi tecnica di interventi per la riduzione del rischio sismico”, ha detto che “la classificazione del rischio sismico va fatta sull’intero edificio, le parti comuni sono parte della struttura”. Mauro Basile, presidente Anaci, sottolinea come “all’origine di tutto ci sia la proprietà, che agisce attraverso l’amministratore di condominio”.
Ottima partecipazione anche in questa sezione autunnale di “Officina L’Aquila 2017” per Cantieri Aperti, un vero e proprio evento parallelo ai lavori dedicati al confronto e al dibattito tra istituzioni, tecnici e docenti. Secondo giorno di lavoro per i tecnici dell’Ese Cpt (il Comitato paritetico territoriale – Ente scuola edile). Le figure professionali del Cpt hanno accompagnato per tutta la giornata i visitatori nei cantieri autorizzati (Palazzo Notar Nanni del Consorzio Di Vincenzo & Strever; Consorzio Piazza Duomo Corso Vittorio Emanuele di Cingoli; Palazzo dell’Emiciclo dell’ATI Rosa Edilizia – Ricci Guido Elettroidraulica Silvi e, domani per la prima volta, il Teatro San Filippo del MiBACT). Con le lezioni all’aperto, le giacche arancioni e gialle e i tanti baschetti di più tonalità hanno colorato le vie del centro. Dopo i 150 partecipanti di ieri, oggi è stata la volta di 40 studenti degli Istituti per Geometri dell’Aquila e della provincia, 100 studenti universitari e decine di tecnici e docenti interessati a entrare nei cantieri. Visite rese possibili in totale sicurezza proprio grazie alla presenza dei tecnici del Cpt.
Domani mattina i lavori riprendono alle 10, sempre all’auditorium del parco del castello, per la terza e ultima giornata di “Officina L’Aquila”. Una sorpresa a fine mattinata: l’apertura straordinaria e per la prima volta del cantiere del Teatro San Filippo, che verrà svelato e descritto dal segretario regionale del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo per l’Abruzzo, Stefano D’Amico. Un’occasione da non perdere (riservata ai partecipanti al convegno).