L’Aquila. “Bertolaso è in questo processo il grande assente e in tanti altri, ognuno conosce la sua fortuna”. Lo ha detto il professore Franco Coppi, noto penalista, nel corso della sua arringa nell’ambito del processo ai sette membri della Commissione Grandi Rischi che si sta svolgendo nella giornata di oggi nel capoluogo abruzzese. Coppi, insieme all’avvocato Antonio Pallotta, assiste l’imputato Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti.
“Da nessuno degli scienziati presenti nella riunione della Commissione Grandi Rischi, è stato espresso un giudizio tranquillante e rassicurante. Tutti i presenti hanno sostenuto che il rischio di un terremoto era insito all’Aquila che è un territorio ad alta sismicità e che quindi non sarebbe stato possibile prevedere (non sarebbe stato serio) di lì a un giorno, a dieci giorni, ugualmente non si poteva escludere la verificazione di un terremoto”. Lo ha detto nella sua requisitoria l’avvocato Franco Coppi, nella difesa del professore Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, chiedendo l’assoluzione con formula piena per l’imputato. “Che cosa avrebbe dovuto dissentire Selvaggi? – ha aggiunto il professore Coppi – non c’era nulla di cui dissentire. Selvaggi non era membro di diritto della Commissione e non aveva diritto di voto, era stato invitato da Enzo Boschi (anche lui imputato nello stesso processo, quale ex direttore dell’Ingv) e lui per senso istituzionale ha accettato. Non spettava a lui lanciare eventuali allarmi o raccogliere le espressioni in sede di Commissione. Nessuno ha lanciato messaggi rassicuranti, lo stesso Pm non indica neppure una frase in cui veniva lanciato un messaggio rassicurante. l’Unica certezza era la sismicità della zona. Se qualcuno ha male interpretato lo dovete cercare ma non all’interno della Commissione”
Per l’avvocato Alessandra Stefano, che insieme ad Enzo Musco assiste Gian Michele Calvi, la tesi accusatoria dei pm Fabio Picuti e Roberta D’Avolio è “bizzarra, fantasiosa, con acrobazie normative. Un’analisi confusa, discutibile e scoordinata con risultati aberranti”. E’ questa secondo l’avvocato Alessandra Stefano, la tesi accusatoria dei pm Fabio Picuti e Roberta D’Avolio. “Non vorrei infierire sulla Procura – ha aggiunto – ma il timbro sul verbale della presidenza del consiglio dei ministri – che il Pm porta come validazione della convocazione – à lo stesso che si trova sui miei documenti perché è il simbolo della loro conformità”.
“E’ la Procura a tirare fuori i conigli dai cilindri e non gli avvocati della difesa. Quella riunione era semplicemente un ampliamento dell’oggetto del fax di convocazione. Il punto è che non sarebbero bastati mesi per fare le valutazioni di rischio”. Per la Stefano “sono stati decontestualizzati dei passaggi dalla bozza per rafforzare la propria posizione”. Poi parlando della sismicità dell’Aquila e della scossa di magnitudo 4 del 30 marzo 2009, sempre l’avvocato ha asserito: “Se le parole hanno un senso si ha una strumentalizzazione della Procura delle parole che ha pronunciato il professore Calvi”. Il legale di fiducia di Gian Michele Calvi, ha anche parlato del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente: “Il sindaco dell’Aquila ha sentito quello che hanno detto gli esperti, perché non lo ha detto? Perché lo addebitiamo alla commissione? Addebitiamolo a chi uscito da quella riunione ha rilasciato dichiarazioni pur avendo sentito gli esperti”.