L’Aquila. Prima i giochi nel parco di viale Rendina e nel parco del Sole, poi il campo da basket del parco Unicef, recentemente ristrutturato grazie ai fondi comunitari. I vandali, purtroppo, non guardano in faccia niente e nessuno. Un fatto molto grave, soprattutto per una città che, lentamente, e con gli sforzi noti a tutti, sta cercando di ricreare quei luoghi di aggregazione andati distrutti sotto le macerie.
Ma il Comune de L’Aquila non ha alcuna intenzione di rimanere fermo a guardare. Per arginare un fenomeno che sta assumendo proporzioni rilevanti e a cui, nonostante i controlli della Polizia municipale e dalle Forze dell’ordine, diventa sempre più complesso porre un freno, l’assessore al Patrimonio e Verde Pubblico, Alfredo Moroni, annuncia che, dal prossimo ottobre prenderà il via un grande progetto di videosorveglianza che consentirà al Comune ed alle Autorità competenti di prendere provvedimenti a seguito dell’ identificazione dei contravventori.
“La necessità di procedere all’istallazione di un sistema di videosorveglianza nei luoghi della città maggiormente soggetti ad essere luogo di abuso” spiega Moroni “nasce dalla preoccupante frequenza con cui siamo costretti a rilevare dei danni arrecati sia al patrimonio artistico sia a quei luoghi, come i parchi giochi, che l’Amministrazione comunale sta cercando di curare con particolare attenzione, proprio per consentire ai cittadini di avere luoghi di svago e aggregazione che diventino spazi di socializzazione e che possano consentire di alleviare i disagi creati dal sisma. Questi atti vandalici, sebbene messi in atto da pochi soggetti, comportano un danno enorme per l’intera collettività che vede vanificati gli sforzi del Comune di ricreare luoghi di incontro ove trascorrere il tempo libero. L’impegno preso dall’Amministrazione, mediante l’istallazione dei sistemi di videosorveglianza non può tuttavia prescindere dal dovere di tutti i cittadini di segnalare alle autorità competenti eventuali abusi e, soprattutto, dall’impegno delle famiglie di inculcare nei propri figli l’idea che tali azioni, oltre che dannose e perseguibili penalmente, allontanano sempre di più i cittadini dalla possibilità di tornare a vivere una vita ‘normale’, quella normalità che, portataci via dal terremoto, non può essere negata alla città dal malcostume di pochi cittadini che, con tale scempio, arrecano danni all’intera popolazione”.