L’Aquila. Il gip del tribunale dell’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, ha interrogato altri tre indagati dell’inchiesta della procura della Repubblica dell’Aquila su presunte mazzette in 12 appalti pubblici gestiti dai Beni Culturali d’Abruzzo.
In due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere perchè, come sottolineato dai legali, prima di parlare c’è necessità di esaminare le voluminose carte delle indagini: si tratta di Giampiero Fracassa, 44 anni, direttore tecnico della Fracassa Rinaldo Srl di Teramo, che è ai domiciliari, difeso dall’avvocato Guglielmo Marconi, e Alessandra Del Cane, 30enne professionista di Teramo, che ha subito la interdizione dal lavoro per due mesi, difeso da Lino Nisii.
Ha invece parlato respingendo le accuse, Mauro Lancia, 59 anni di Pergalo, contitolare della Lancia Srl con sede a Pergola, difeso dall’avvocato Francesco Coli del foro Pesaro che ha dichiarato:
“Il mio cliente ha risposto a tutte le contestazioni siamo fiduciosi di avere dimostrato l’estraneità ai fatti di corruzione. Venendo al dunque”, ha precisato il legale “che le perizie di variante corrispondono a lavori che non erano previsti e prevedibili e sono stati regolarmente eseguiti, per cui non esistono i presupposti di falsità che sono stati contestati”.
“Aggiungo che non ci sono state dazioni corruttive. L’episodio del 13 febbraio scorso nel quale Lancia incontra Piccinini presso la stazione non era finalizzato a dazione di denaro ma era un incontro per la ricerca di possibili cantieri per i quali aveva chiesto l’affidamento dei lavori. Non sono stati pagati mai soldi”.
Ieri il gip alla presenza del pm titolare dell’inchiesta Antonietta Picardi, aveva interrogato cinque persone finite ai domiciliari. Nell’inchiesta sono complessivamente 35 gli indagati, tra professionisti, imprenditori e funzionari del Mibact.