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L’Aquila, lite dopo il sesso: scoperta casa a luci rosse FOTO/VIDEO

L’Aquila. Nella serata di ieri la Polizia di Stato ha arrestato un 22enne di nazionalità albanese ed una 28enne di nazionalità dominicana, in esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari, Guendalina Buccella, su richiesta del Sostituto Procuratore, Simonetta Ciccarelli, perché dediti allo sfruttamento della prostituzione.

I provvedimenti cautelari sono scaturiti al termine dell’attività investigativa avviata dalla Squadra Mobile, sezione contrasto alla criminalità straniera e prostituzione, a seguito di alcune segnalazioni anonime ricevute dalla Questura di L’Aquila, in merito ad un anomalo andirivieni di persone, per lo più uomini e a tutte le ore del giorno e della notte, da un appartamento situato nelle vicinanze della villa comunale del capoluogo.

Nel corso delle indagini è stato accertato che i due arrestati, avevano messo in piedi una vera e propria agenzia della prostituzione, in grado di fornire alle donne, ed in alcune occasioni anche a transessuali, l’appartamento per prostituirsi, previo pagamento di 40 euro al giorno, l’utenza telefonica e l’inserzione su siti internet di incontri, per attirare i clienti, nonché un servizio di protezione per eventuali problematiche che potevano sorgere con clienti.

Per quest’ultimo servizio, nel mese di settembre 2016 un cliente, a seguito di una discussione con una prostituta colombiana al termine della prestazione, è stato aggredito fisicamente dal giovane albanese arrestato oggi, che, per mettere fine al diverbio, gli ha sferrato un pugno sul volto.

Compito della donna era quello di organizzare, monitorare e controllare le prostitute ospitate nell’abitazione, incentivandone la prostituzione e reclamizzando le prestazioni con i clienti. nonché avvisare le ragazze qualora veniva rilevata la presenza delle forze dell’ordine nelle vicinanze dell’abitazione.

Nel corso dell’operazione, a seguito della perquisizione eseguita dagli operatori di polizia, sono stati sequestrati 4 telefoni cellulari, abbinati alle utenze pubblicate sui siti internet, e 190 profilattici.

Nella circostanza, è stato sequestrato, in via preventiva e su disposizione della stessa Autorità giudiziaria, l’appartamento utilizzato per l’attività.