Con quest’accusa oggi i poliziotti della squadra Mobile de L’Aquila e di quella di Roma hanno arrestato due persone ai domiciliari. Le misure cautelari sono state richieste dal sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano, Guido Cocco, e confermate dal giudice per le indagini preliminari Maria Proia.
Le indagini della questura sono partite in seguito a una denuncia raccolta nella Capitale: alcuni minori extracomunitari hanno raccontato di essere fuggiti dalla casa famiglia perché sottoposti a reiterate violenze, fisiche e morali. Le testimonianze hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di due dipendenti della struttura, madre e figlio, rispettivamente di 52 e 27 anni, che hanno trattato i minori con insulti, minacce e atti di violenza.
Moltissimi gli episodi accertati dagli uomini diretti dal responsabile, Tommaso Niglio. In un caso è stata ridotta prima a tre ore e poi un’ora sola al giorno la disponibilità di acqua calda per le docce. In un altro episodio, un ragazzo è stato costretto a uscire in giardino, a spogliarsi rimanendo in mutande e a farsi la doccia con l’acqua gelata in piena notte.
Un’altra volta, un minore è stato raggiunto da un calcio allo stomaco perché si è lamentato della scarsa qualità del cibo. E ancora, i giovani sono stati obbligati a sedersi a turno dalle 22 alle 6 del mattino su di una sedia, impedendo loro dormire. Per aver violato l’obbligo di non giocare a pallone nella struttura, un ragazzo è rimasto due giorni senza cena. Ad alcuni non è stata pagata la diaria per tre settimane, costringendoli comunque a firmare come se l’avessero presa. Nel corso della perquisizione al 27enne sono stati sequestrati coltelli, tirapugni, una balestra e tesserini di riconoscimento delle forze di polizia.