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Protesta terremotati a Roma: tre rinvii a giudizio

L’Aquila. Il Gup del Tribunale di Roma, Flavia Costantini, ha rinviato a giudizio tre giovani trentenni, due di Roma ed uno dell’Aquila, con l’accusa di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, perche’ avvenuta in concorso con altri manifestanti. I fatti si riferiscono alla manifestazione del 7 luglio 2010 a Roma, quando migliaia di aquilani, sfilarono per le vie della capitale, chiedendo l’emanazione di leggi finanziarie a sostegno dell’Aquila e delle decine di migliaia di sfollati, dopo il terremoto del 6 aprile del 2009, che causò la morte di 309 persone.

I tre giovani manifestanti sono accusati di aver opposto resistenza al personale della polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di Finanza, schierata all’inizio di via del Corso, spintonando gli addetti alla sicurezza pubblica contro i mezzi blindati con l’intento di forzare il blocco, in modo da eludere la prescrizione imposta alla manifestazione. Sempre ai tre manifestanti è stato contestato l’aver raggiunto indebitamente la sede della Camera dei Deputati e quella della presidenza del Consiglio dei ministri con l’aggravante di aver esercitato violenza attraverso oggetti atti ad offendere.

Nel corso dell’udienza di oggi, nella quale gli avvocati difensori dei tre imputati hanno mostrato il video e le foto della manifestazione, il pm Giancarlo Amato ha chiesto il rinvio a giudizio. La prossima udienza è stata fissata al 4 ottobre davanti alla Quinta sezione collegiale di Roma. In caso di condanna, i tre giovani rischiano una pena che va dai 3 ai 15 anni di carcere. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Gregorio Equizi del Foro dell’Aquila, e dagli avvocati Marco Maria Monaco e marco Lucentini, del Foro di Roma.

Il rammarico del sindaco Massimo Cialente. “Esprimo rammarico, sorpresa e preoccupazione per il rinvio a giudizio di tre giovani per presunti reati che avrebbero commesso nel corso della manifestazione che vide, a Roma, migliaia di cittadini aquilani rivendicare il diritto alla sopravvivenza loro e della loro città. Io c’ero e posso testimoniare, come peraltro confermano tutti i filmati e le testimonianze fotografiche, che non vi furono violenze di alcun tipo da parte dei manifestanti. Al contrario, sempre come risulta dalle immagini e come riferito anche in una interrogazione parlamentare, le uniche aggressioni furono ingiustificatamente esercitate dalle forze dell’ordine nei confronti delle aquilane e degli aquilani, armati solo della loro indignazione. Sperando in una soluzione positiva della vicenda giudiziaria, esprimo pertanto solidarietà ai tre giovani rinviati a giudizio”.

Il commento di Giovanni Lolli (Pd). “Pensare di rappresentare quella manifestazione come un’iniziativa violenta, diretta o strumentalizzata da forze esterne al movimento dei cittadini aquilani vuol dire offrire una rappresentazione del tutto fuorviante di quello che fu effettivamente quella giornata. Io c’ero. Ho partecipato in prima linea a tutte le fasi di quella giornata, posso testimoniare che violenze non ce ne furono e le tensioni che si determinarono furono di gran lunga inferiori a tensioni che spesso si verificano in manifestazioni nella capitale. Certamente le migliaia di cittadini aquilani presenti erano molto determinati a difendere i loro diritti ma lo hanno fatto tutti rimanendo nei limiti di una protesta decisa e civile. In ogni caso i protagonisti fummo noi, i cittadini aquilani, tutti. Se responsabilità ci sono, sono di noi tutti, a partire da quelli che come me, anche per il ruolo che ricopro, sono sempre stati in prima fila per tutto il giorno. Nell’esprimere la mia personale solidarietà ai ragazzi rinviati a giudizio confido in un atteggiamento che sappia comprendere lo spirito della giornata e resto a disposizione delle autorità per essere ascoltato in tutte le sedi in cui verrà ritenuto opportuno”.