L’Aquila. “I pendolari del Centro Abruzzo si augurano che domani il Consiglio regionale si occupi dell’emergenza dei trasporti della Valle Peligna dove l’Arpa ha tagliato le corse dei pendolari ed ha aumentatoil prezzo dei biglietti del 10 per cento con una stangata di circa 250 euro l’anno”. E’ l’appello che Francesco Di Nisio, presidente della Federazione dei pendolari d’Abruzzo (Federcopa) ha lanciato a tutti i componenti del Consiglio regionale che domani saranno impegnati in una seduta straordinaria dedicata proprio all’emergenza trasporti.
“I cittadini del centro Abruzzo sono stanchi di esseri penalizzati dall’Arpa che taglia le corse dei pendolari diretti a Roma e lascia intatti sprechi e consulenze – ha aggiunto Di Nisio – l’azienda del trasporto pubblico regionale sono sette mesi che ha tagliato la corsa dei pendolari verso Roma – lasciandone peraltro in vita alcune che gli stessi pendolari hanno definito inutili – nel silenzio più totale della politica. In questi lunghi mesi di ritardi e disagi per gente che trascorre più di cinque ore al giorno su mezzi sporchi, scomodi e costosi, dall’Arpa sono arrivate solo giustificazioni imbarazzate che in un paese normale avrebbero spinto la Regione, che e’ l’azionista di maggioranza e di riferimento di quest’azienda pubblica, ad intervenire seriamente su chi ha provocato questi disagi. Mi auguro che domani – ha aggiunto Di Nisio – ci siano almeno un consigliere di maggioranza e uno di opposizione che chiedano conto di quest’emergenza dell’Arpa in valle Peligna al presidente Chiodi e all’assessore Morra. Qualcuno all’Arpa deve rispondere di questi disagi quotidiani a danni dei cittadini e dei contribuenti che aumentano solo il diritto di poter utilizzare un mezzo pubblico per andare a lavorare. Se poi Chiodi e Morra, dopo aver stangato i pendolari del Centro Abruzzo con dei rincari di circa 250 euro l’anno, vogliono spingere le centinaia di persone che hanno ancora il coraggio di utilizzare questo servizio a lasciare l’Abruzzo, sappiano che questa volta questo territorio non resterà più in silenzio. Quel silenzio imbarazzato col quale il Governo regionale e l’Arpa hanno fino ad ora utilizzato per replicare alle nostre denunce”.