La Procura di Roma, che indaga sull’ammanco di 20 milioni di euro dalle casse de La Margherita, ha richiesto un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari che è stata notificata questa mattina a Giovanna Petricone, moglie del senatore Luigi Lusi e a due commercialisti che hanno curato gli interessi delle società immobiliari, sempre riconducibili al parlamentare.
Oltre ai reati di riciclaggio, appropriazione indebita e trasferimento fraudolento di beni, alla base dell’ordinanza cautelare del Gip c’è anche il reato di associazione per delinquere che la Procura fino a pochi giorni fa non aveva ipotizzato.
“L’ordinanza cautelare del gip Simonetta D’Alessandro ci ha lasciati sconcertati” commenta Luca Petrucci, difensore di Lusi “perché questo provvedimento arriva dopo aver reso una ampia confessione e dopo aver chiesto una perizia contabile attraverso un incidente probatorio che ci e’ stato rigettato. Avevamo anche chiesto il sequestro del sistema informatico contabile della Margherita e non ci è stata data risposta. Dopo aver messo a disposizione della Margherita tutti i beni immobili oggetto di contestazione da parte della magistratura, inoltre, è stata disposta una misura cautelare anche se, allo stato, non si comprende su quali elementi nuovi si basi questa ordinanza”.
Secondo quanto dichiarato dallo stesso gip D’Alessandro, “l’ingente provvista accumulata in Canada e l’origine italo-canadese della moglie, che ha mantenuto oltreoceano solidi legami familiari, rappresentano fatti di estremo rilievo ai fini di assicurare che Lusi non si sottragga alla conseguenze dei gravi reati commessi. Il riparo all’estero è, nel caso di specie, particolarmente agevole ed allettante. Non solo per la presenza delle risorse, ma anche, e forse principalmente, per l’esistenza di un solido radicamento familiare ed effettivo. Durante il suo interrogatorio, Lusi ha fatto emergere prospettazioni di responsabilità di terzi rimaste senza alcun seguito, e perciò non autodifensive, ma inquinanti: ha affermato di aver acquisito gli immobili quale fiduciario di persone tuttavia non indicate, ha evocato una sorta di ‘patto di spartizione’ tra le componenti della Margherita di cui lui sarebbe stato il garante”. Per il gip Simonetta D’Alessandro, si tratta di “dichiarazioni prive di ogni plausibilità, che si prestano assai bene a creare attorno alle indagini un contesto confuso ed inquinato”.