L’Aquila. Nuova udienza, oggi, a L’Aquila, del processo ai sette membri della Commissione grandi rischi, accusati a vario titolodi omicidio colposo, disastro colposo e lesioni personali colpose. Si tratta, nello specifico, di Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva e Mauro Dolce.
In aula, il numero uno della Protezione Civile, Franco Gabrielli, all’epoca del sisma Prefetto de L’Aquila, chiamato a testimoniare per la difesa.
“A fronte delle due situazioni parossistiche, cioè l’informazione riferita ad un imminente terremoto e dall’altra parte la comunicazione da parte di un organo istituzionale deputato a svolgere una funzione primaria su questo ruolo che non ci sarebbero state scosse, la Commissione grande rischi in qualche modo doveva fornire un contributo in termini di conoscenza scientifica se era possibile prevedere questa scossa, se il territorio aquilano era un territorio che per la sua pericolosità storica presentava una serie di rischi e quindi fornire questa indicazione che credo in massima parte sia stata fornita in base alla tipologia del rischio preso in esame, ovvero di un rischio sismico caratterizzato dall’imprevedibilità. Poi se qualcuno immaginava che quella commissione potesse dire, sì, c’è la probabilità aumentata del 50 per cento, questo ce lo forniva in continuazione l’Ingv. Proprio perchè esiste una rapporto continuativo con un centro di eccellenza come quello dell’Ingv, queste informazioni prescindevano da quello che poteva essere il ruolo esaustivo della Commissione grandi rischi”. Parlando poi dell’attività preventiva prima dell’evento catastrofico del 6 aprile del 2009, Gabrielli ha rimarcato che “tale attività l’avrebbe dovuta porre in essere il sindaco perchè l’unica autorità di protezione civile è il sindaco che, in una scala di responsabilità, è il soggetto più a conoscenza del territorio. Io da Roma come posso sapere quali sono gli edifici che hanno una criticità, quali sono le situazioni che possono presentarsi rispetto a una condizione possibile, probabile. Nel caso di specie quale è stato il ruolo del Dipartimento della protezione civile? Quello di mettere a disposizione una conoscenza scientifica. All’Aquila si è realizzato quello che normalmente viene in ordinario, quando c’e’ uno sciame sismico. Cosa facciamo? Prendiamo il dato dell’Ingv e lo trasmettiamo al territorio. All’Aquila si è presa la commissione grande rischi e la si è portata sul territorio a confronto con il sindaco, la provincia, la regione, si mette a conoscenza il quadro scientifico di riferimento ma le attività a valle, la verifica se gli edifici strategici sono sicuri, questo spetta al Dipartimento”.