La senatrice aquilana del Pd Stefania Pezzopane è indagata con l’accusa di finanziamento illecito ai partiti assieme ad Angelo Capogna, imprenditore che si occupa di illuminazione pubblica e che l’ha accusata nel corso di due interrogatori in relazione a una campagna elettorale degli anni scorsi.
Originario del Frusinate, Capogna è amministratore della Saridue Srl e con le sue denunce nei mesi scorsi ha originato una maxi inchiesta nei confronti di politici e funzionari di Comuni marsicani, descrivendo un sistema di “tangenti sui lampioni” con contanti e regalie in cambio di commesse nel suo settore. Un’indagine di cui questo nuovo filone è uno stralcio. Stefania Pezzopane, 57 anni, senatrice dal 2013, è stata anche assessore e presidente del Consiglio in Comune, presidente della Provincia de L’Aquila e assessore e vice presidente del Consiglio regionale.
“Non so nulla, non ho ancora ricevuto niente, tuttavia ho fiducia nella magistratura – afferma la senatrice – Mi dispiace che i magistrati debbano lavorare spesso su cose del genere, mi sembra un grande calderone che alla fine si chiarirà”.
A interrogare Capogna i sostituti procuratori della Repubblica di Avezzano (L’Aquila) Maurizio Cerrato e Roberto Savelli, che tra le sue parole hanno riscontrato un’autonoma fattispecie di reato che coinvolgerebbe la Pezzopane, in violazione della legge numero 195 del 1974, quella che regola appunto il finanziamento ai partiti. Per questo è stato aperto un fascicolo autonomo e lo scorso 11 aprile le carte sono state trasmesse alla competente procura aquilana, dal momento che il fatto sarebbe avvenuto nel capoluogo.
Nelle scorse settimane, in un secondo interrogatorio fiume, il principale indagato e accusatore, è stato sentito dagli agenti della squadra Mobile aquilana, in particolare della prima sezione diretta dal sostituto commissario Sabatino Romano. Secondo quanto appreso da fonti investigative, anche in questo filone si starebbe verificando la possibile sussistenza di ipotesi accusatorie di corruzione.
L’inchiesta nata dalle denunce di Capogna è sfociata nel marzo 2016 in perquisizioni e acquisizioni di documenti nei confronti di 25 indagati, che sono diventati 36 pochi giorni fa, quando sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini.