Secondo i dati forniti dall’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila (Usra), su 77 istanze di recupero edilizio relative ai primi tre comparti che hanno copertura finanziaria, i consorzi hanno 35 progetti: di questi solo 16 sono stati cantierizzati. Soprattutto nel centro storico, regna ancora la distruzione e gli unici interventi rimangono quelli della messa in sicurezza, anche se è rientrata in funzione almeno una parte della frazione nuova.
“Paganica è in forte ritardo nella presentazione dei progetti definitivi – spiega l’assessore alla Ricostruzione del comune dell’Aquila Pietro Di Stefano – ma la responsabilità non è del Comune. Sulle colpe non mi addentro, ma è chiaro che è un problema di filiera tecnica. Insomma, la ricostruzione funziona se tutti camminano, se va uno solo, non funziona”.
Con 1,7 miliardi di euro impegnati e ammessi a contributo a fronte dei circa 4,2 che si stima serviranno complessivamente, e con 53 piani di ricostruzione approvati su 55 – nonostante i nuovi terremoti del centro Italia abbiano colpito alcuni comuni per la seconda volta – si stima che nel cratere sismico del 2009 più del 30% sia stato portato a termine.
Per la ricostruzione pubblica, ad oggi, tra interventi in corso e cantieri ultimati, sono stati spesi 31,6 milioni di euro a fronte di 126,5 disponibili. A questi vanno aggiunti quelli spesi per le scuole: il piano varato dopo il terremoto e articolato in 3 programmi stralcio per una somma complessiva di 226 milioni di euro stanziati dal decreto 39 nel 2009, è ora alla terza fase.
Sono 13 gli interventi in programmazione per un importo di 10,2 milioni di euro, 44 quelli in progettazione per un importo di 60,5 milioni di euro, 22 gli interventi in fase di affidamento lavori per un importo di 36,8 milioni di euro, 22 quelli in corso di attuazione per un importo di 22 milioni di euro, 35 conclusi per un importo di 13,2 milioni di euro. Cinquemila in tutto, ad oggi, i mandati di pagamento emessi dall’Usrc a favore dei vari soggetti attuatori e delle amministrazioni, pari a 450 milioni di euro, di cui quasi il 70% in ambito di edilizia privata.
La ricostruzione privata nel comune dell’Aquila, per quanto riguarda il centro storico e le frazioni più importanti, è prevista per il 2020, quella dell’ intero territorio comunale nel 2022. È la stima fatta dall’ ufficio speciale per la ricostruzione del comune dell’Aquila (Usra) in occasione dell’ottavo anniversario del terremoto del 6 aprile 2009. L’importo richiesto per la ricostruzione dal 2009 ad oggi è di 8,33 miliardi di euro, mentre l’importo erogato è stato di 4,9 miliardi. La somma mancante da assegnare è quindi di 2,70 miliardi di euro. Lo stato di avanzamento dei lavori rispetto al totale dell’importo richiesto è del 54% nel centro storico e dell’84% nella periferia.
Nella ricostruzione pubblica l’importo finanziato dal 2009 ad oggi è di 1,99 miliardi di euro a fronte di un importo liquidato di 1,31 miliardi di euro. L’Usra informa che gli importi da finanziare per il completamento della ricostruzione pubblica “sono in fase ricognitiva”.
Quanto alla gestione dell’assistenza alla popolazione, le persone ancora ospitate negli alloggi del progetto C.a.s.e. sono 8.876, 2.272 sono quelle nei Map. Gli alloggi liberi, al 31 marzo, secondo i dati forniti dal Servizio assistenza alla popolazione del Comune, sono 121 nel progetto C.a.s.e. e 37 nei Map. Ci sono anche da registrare le rinunce ad un alloggio, che ad oggi sono 19, mentre sono 54 le proroghe concesse alla permanenza nei progetti C.a.s.e. e nei Map.
“Contiamo di rendere agibili tutte le case, quindi di avere la fine lavori di ogni singola unità, entro il 2025. Parliamo di 56 comuni, alcuni arriveranno prima e altri dopo”.
È la previsione fatta in occasione dell’ottavo anniversario del terremoto dell’Aquila dal titolare dell’Ufficio speciale (Usrc), Paolo Esposito, che collega questo risultato all’assicurazione sul funzionamento della macchina amministrativa. Macchina amministrativa che ha problemi di funzionamento alla luce della scarsità e delle incertezze sui fondi.
“Siamo ben oltre il 30% del cammino finanziario, contiamo di impegnare tutte le risorse della ricostruzione privata, ossia di istruire tutte le pratiche che ci presenteranno, entro un periodo che io vedo tra il 2021 e il 2022”, dice. L’Usrc è in funzione dal 2013 e governa la ricostruzione in 56 comuni del cratere e in oltre 100 fuori. Sui problemi legati al funzionamento con l’incertezza sui contratti, Esposito spiega che “questo continuo stop and go dei contratti non fa bene alla macchina.
La certezza dei flussi finanziari a sostegno è la certezza, non per me che sono un manager che è stato assunto con una mission che cerca di portare a termine e poi farà altro nella vita, ma della squadra. Perché su questa squadra sono investiti dei processi organizzativi di breve, di medio e di lungo periodo”.