Avezzano. Dopo anni di trattative è stato raggiunto un importante traguardo per l’agricoltura del Fucino: la modifica del disciplinare di produzione per consentire ai produttori della Carota dell’Altopiano del Fucino una certificazione più agevole con il prestigioso marchio comunitario “IGP” (Indicazione Geografica Protetta).
Lo fa sapere Coldiretti L’Aquila, i cui vertici hanno partecipato questa mattina, assieme a un nutrito gruppo di produttori, agli studenti dell’istituto Tecnico Agrario, ai componenti del Comitato promotore, all’assessore regionale Mauro Febbo e ai funzionari ministeriali, alla riunione di pubblico accertamento convocata dal Ministero delle Politiche Agricole per la modifica del disciplinare nella sala convegni del CRAB (Consorzio di ricerche associato alle biotecnologie) di Avezzano.
“Siamo soddisfatti del risultato raggiunto – ha dichiarato Raffaello Betti, direttore della Coldiretti provinciale – che premia uno dei più pregiati prodotti locali consentendogli di accrescere prestigio e riconoscibilità a livello nazionale. Si tratta di un punto di partenza importante e un trampolino di lancio affinché nel tempo i requisiti per l’ottenimento dell’IGP siano più flessibili consentendo il riconoscimento alla quasi totalità di questo prodotto di punta. Occorrerà inoltre costituire un Consorzio di tutela e valorizzazione, ma soprattutto una riduzione dei costi per i numerosi produttori dell’altopiano del Fucino”.
La modifica del disciplinare attiene agli articoli 2 e 7 che riguardano nello specifico le varietà, caratteristiche e proprietà fisiche per il primo e controlli e vigilanza per il secondo e si era resa necessaria a causa dei troppo elevati parametri analitici raggiungibili dai produttori solo attraverso l’utilizzo di tecniche di coltivazione non ordinarie. Coldiretti in proposito auspica una maggiore flessibilità per quanto riguarda il confezionamento e la trasformazione con una diminuzione dei costi a carico degli agricoltori. Ma non solo, come sostiene il presidente dell’associazione provinciale Salvatore Di Benedetto: “Uno dei presupposti fondamentali affinché “funzioni” il riconoscimento IGP è che il maggior numero possibile di produttori possa certificare il proprio prodotto incrementando il volume d’affari, ma maggiori sono i vincoli dettati dal disciplinare minore sarà il numero di prodotti caroticoli che potrà ottenere il riconoscimento. Uno dei problemi da arginare è ad esempio quello legato al limite geografico della trasformazione”.
Nella campagna di commercializzazione del 2011 sono stati certificati dall’organismo indipendente riconosciuto dal Ministero circa diecimila quintali di carote a fronte di una produzione complessiva di circa 1,6 milioni di quintali. Con l’attuale modifica al disciplinare sarà sicuramente una più ampia parte dei produttori agricoli del nostro territorio a poter ottenere il marchio IGP, ma molto dev’essere ancora fatto per valorizzare un importante eccellenza locale.