L’Aquila. Era atteso come testimone nell’ambito del processo contro la Commissione grandi rischi, ma Guido Bertolaso, ex capo del Dipartimento della protezione civile, non si è presentato in aula questa mattina a L’Aquila.
Il sostituto procuratore Roberta D’Avolio, ad apertura della decima udienza, ha depositato una raccomandata a firma della moglie di Bertolaso, in cui si informa che il marito è all’estero e rientrerà in Italia nella seconda metà di gennaio.
Presenti, invece, in aula tutti e sette gli imputati accusati di omicidio colposo, lesioni personali colpose e cooperazione nel delitto colposo. Si tratta di Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione Civile, Enzo Boschi, allora presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all’Università di Genova, e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile.
Il primo teste ad essere ascoltato è stato il Magnifico Rettore dell’Università dell’Aquila, Ferdinando Di Orio, che ha parlato della sua iniziativa di far partecipare alla riunione della commissione Grandi Rischi dopo la forte scossa del 30 marzo 2009, i due geologi e professori dell’Università dell’Aquila, Antonio Moretti e Gianluca Ferrini, per avere il parere di due esperti del luogo e conoscitori all’interno della riunione.
“La commissione però” ha detto Di Orio “non ha ritenuto necessaria la presenza dei due professori. Appresi dalla televisione l’esito della riunione e della comunicazione che le scosse fossero uno scarico graduale di energia e mi rimisi al parere di esperti di grande esperienza”.