La frode è stata posta in essere da una ditta individuale, con sede legale nel territorio aquilano che, nel 2015 e 2016, pur avendo effettuato consistenti acquisti intracomunitari nel settore del commercio di autoveicoli, non ha presentato alcuna dichiarazione fiscale, ne’, tantomeno, ha effettuato versamenti Iva.
L’autore dell’illecito si è reso inoltre irreperibile all’Amministrazione finanziaria. L’attività di verifica, ha permesso oltre al recupero dell’imposta evasa, di accertare che la ditta individuale non disponendo di liquidità proprie e ricevendo, prima di ogni acquisto, la cosiddetta “provvista” da altre società (concessionarie di auto), svolgeva, di fatto, il ruolo di cartiera all’uopo costituita.
Attraverso una ricostruzione degli acquisti e delle vendite delle autovetture, si e’ giunti all’identificazione di tutti gli acquirenti finali ed a far emergere il meccanismo fraudolento della frode, operata mediante il sistematico ricorso alla falsa dichiarazione sostitutiva di atto notorio (D.P.R. 445/2000) o all’indebito utilizzo del regime del margine (regime speciale Iva volto a regolare le vendite di beni usati da parte di soggetti passivi Iva, che hanno acquistato gli stessi beni da soggetti privati).