Ricostruzione L’Aquila, confisca dei beni al clan camorristico Di Tella

L’Aquila. “Importante conferma alla fondatezza delle indagini della procura di L’Aquila sul gruppo Di Tella” nell’ambito dell’inchiesta per estorsione, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro con il coinvolgimento del clan camorristico dei Casalesi denominata “Dirty job” che nel giugno 2014 portò all’arresto di 7 imprenditori.

A comunicarlo è una nota degli stessi uffici giudiziari del capoluogo che annunciano che “oggi il tribunale ha disposto la confisca dei beni di Alfonso, Cipriano e Domenico Di Tella, che la procura aveva già sottoposto a sequestro nell’aprile del 2015 nell’ambito di una misura di prevenzione patrimoniale”.

Secondo la procura, “i beni confiscati comprendono immobili e terreni, anche edificabili, nelle province di Caserta e L’Aquila, quote societarie, complessi aziendali, saldi di conti correnti e autovetture per un valore complessivo vicino ai 2 milioni di euro.

Con il provvedimento odierno il tribunale ha riconosciuto i due presupposti che giustificano la confisca dei beni – prosegue la nota – ovvero la pericolosità sociale dei Di Tella, vicini al clan dei casalesi di Michele Zagaria, e la sproporzione tra i beni posseduti e i loro redditi lecitamente conseguiti”.

“Alfonso, Cipriano e Domenico di Tella dovranno ancora rispondere dinanzi al Tribunale aquilano di numerose imputazioni collegate al ruolo delle loro imprese nella ricostruzione post-sisma e aggravate dal metodo mafioso – conclude la procura – Gli imprenditori aquilani nello stesso processo hanno già patteggiato la pena e risarcito i danneggiati”.

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