L’Aquila. Interruzione di pubblico servizio. Di questo dovranno rispondere le 15 persone indagate a seguito della manifestazione Sos L’Aquila, che si è svolta il 16 giugno 2010, giorno in cui migliaia di aquilani occuparono la A24 per far sentire la propria voce e chiedere con forza al governo la sospensione delle tasse ed un sostegno concreto per la rinascita del capoluogo martoriato dal sisma.
Tra gli indagati spiccano non pochi nomi eccellenti, come il sindaco Massimo Cialente, l’assessore Stefania Pezzopane, il consigliere provinciale Lucia Pandolfi, l’onorevole Giovanni Lolli, il presidente del Consiglio comunale Carlo Benedetti. Oltre a semplici cittadini, consiglieri comunali e rappresentanti dei comitati aquilani.
“Manifestare per la ricostruzione dell’Aquila, per la sospensione delle tasse, per la Zona Franca è un dovere e sono orgogliosa di essere stata lì, tra la mia gente” commenta la Pezzopane. “Mentre politici e rappresentanti istituzionali subiscono processi per ben altri reati, in questo caso la denuncia equivale per me ad una medaglia d’oro. Il 16 giugno del 2010 eravamo migliaia a manifestare uniti per lo stesso motivo. C’era il Comune dell’Aquila, c’erano decine di altri sindaci e amministratori e c’erano anche tanti cittadini, che hanno lottato e stanno lottando per la loro città. Erano decine i gonfaloni dei Comuni. Lottavamo cercando l’attenzione del governo, del Commissario Chiodi e dei mezzi d’informazione, che in gran parte occultavano, e molti occultano ancora, la tragedia aquilana. Ho ricevuto stamattina decine di messaggi e di telefonate di aquilani pronti ad autodenunciarsi. Ogni volta che sarà necessario tornerò a lottare per la mia città. Quando ci sono 20mila cittadini a chiedere con dignità l’aiuto dovuto, il reato è quello di non esserci”.