“L’idea di sanità che abbiamo in mente” ha spiegato Chiodi “anche in una fase di forte riordino com’è quella attuale, non estromette affatto Sulmona e il territorio del centro Abruzzo dalla possibilità di avere un proprio ospedale generale per acuti. Sulmona, dunque, manterrà il suo presidio che sarà di secondo livello o di livello intermedio, dove quelli di primo livello saranno i cosiddetti ospedali hub, di carattere provinciale. Il modello organizzativo prevede Unità operative complesse e Unità operative semplici, dove per Unità operative semplici non deve essere inteso un depauperamento delle funzioni assistenziali e quindi una diminuzione del presidio, ma solo l’assenza fisica del responsabile”.
Parlando alle forze politiche e sociali della città, Chiodi ha voluto smentire in prima persona le voci, definendole “strumentali”, che davano per sicura la chiusura dell’ospedale. E proprio sul futuro del presidio sulmonese, Gianni Chiodi ha parlato anche della possibilità che si realizzi in città una nuova struttura ospedaliera.
“Anche qui, la decisione è presa e Sulmona avrà il suo nuovo ospedale, utilizzando i fondi derivanti dall’art. 20 sull’edilizia sanitaria. La Regione ha un plafond di risorse che verrà indirizzato esclusivamente verso la realizzazione di cinque nuovi ospedali, tra cui quello di Sulmona”.
Il problema semmai riguarda la fase intermedia. “In questo caso bisognerà trovare soluzioni di prospettiva a breve per il mantenimento dell’attuale situazione in attesa del nuovo ospedale. Compito che spetta alla Asl che poi lo sottoporrà alla città e alla sua amministrazione”.
Il presidente ha poi affrontato anche il problema della clinica San Raffaele, in contenzioso con la Regione Abruzzo sul fronte della quantificazione delle tariffe per le prestazioni in convenzione. “Sono certo che la vertenza con il San Raffaele avrà un esito positivo, anche perché la Regione esprime un giudizio positivo sull’attività di assistenza che la clinica offre sul territorio, ma sul fronte delle tariffe questa Giunta non ha alcuna intenzione di arretrare e farà comunque l’interesse pubblico a tutela del cittadino”.