Roccaraso. “Quando non si vuole riconoscere una colpa, ovvero l’aver bocciato il programma di una campagna alimentare a sostegno dell’orso marsicano da mantenere il più possibile nei limiti del Parco Nazionale d’Abruzzo, non resta alle autorità che giocare con le parole per allontanare anche il solo sospetto che dietro la morte dell’ultimo orso investito da un automezzo lungo la strada statale 17 tra Roccaraso e Castel di Sangro ci possano essere loro indirette responsabilità sebbene non sempre ben identificabili”.
Lo ha dichiarato Franco Zunino, Segretario Generale AIW e già studio dell’orso Marsicano, che ha espresso un commento critico a quanto letto e sentito riguardo alla vicenda dell’orso morto a Roccaraso.
“L’orso ‘era claudicante a causa di una ferita da arma da fuoco risalente a un paio di mesi fa, e questo gli avrebbe impedito di sottrarsi all’impatto con il veicolo’. A parte il fatto che si danno per certe quelle che sono solo ipotesi, ovvero che a causa della ferita fosse ‘claudicante’ e che a causa di questa ipotetica menomazione non avesse potuto ‘sottrarsi all’impatto’ del mezzo che lo ha travolto. L’orso poteva essere ferito e non essere affatto claudicante in maniera tale da impedirgli normali o quasi normali movimenti, tanto più che la ferita risalirebbe a diversi mesi prima, o se lo era non si sa esattamente che tipo di ‘deambulazione non normale’ gli provocasse. Infatti, nessuno sa come sia avvenuto l’impatto, per cui è mera ipotesi stabilire che fosse avvenuto a causa del suo claudicare. Peraltro ignorando che la capacità animale in tali situazioni vanno ben oltre a quello che l’uomo immagina (esempio è il famoso orso rimasto misteriosamente senza una zampa – sul quale nessuno ha mai indagato a fondo). Addirittura ipotesi che più ipotesi non potrebbe essere è che chi gli ha sparato avesse avuto l’intenzione di mirare al cuore: ‘nel verosimile intento di colpire l’area cardiaca’. Ipotesi per ipotesi, quella più verosimile è che chi gli ha sparato non abbia neppure preso la mira, ma solamente abbia puntato il fucile verso la massa dell’animale e tirato, per cui il proiettile (o i proiettili?) poteva andare a colpire (o non colpire!) ovunque. Sempre così sono stati ‘sparati’ gli orsi da parte di pastori in difesa delle loro greggi (ma, si sa, il senso pratico non è di tutti, specie non è quasi mai dei naturalisti e/o animalisti di città!)”, commenta Zunino.
Lo studioso commenta anche l’altra ipotesi che “l’orso ‘si era approvvigionato in modo non sufficiente rispetto alle esigenze del periodo di iperfagia nel quale si trovava’. E chi lo ha stabilito? Non sarebbe più logico pensare, sempre ipotesi per ipotesi, che l’orso non si fosse alimentato in modo sufficiente solo perché non ha trovato abbastanza cibo? E, ancora più logico, pensare che proprio fosse in quella zona alla ricerca ovunque di quel cibo che non trova più nell’ambito delle aree protette? In quanto all’ipotesi che tale ipotetico suo zoppicare ‘gli abbia impedito di sottrarsi efficacemente all’impatto con l’automezzo’, chi lo ha stabilito? E se invece, come è assai più plausibile pensare, l’impatto fosse avvenuto, come quasi sempre avviene in questi casi, perché l’animale attraversando la strada nottetempo (buia la notte, scura la strada e scuro l’animale) non fosse stato avvistato in tempo dal guidatore del mezzo, che non ha quindi potuto evitarlo? Perché penso che si debba scartare assolutamente l’ipotesi che l’investimento sia stato volontario! O vogliamo far ragionare l’animale come una persona (che in quanto tale avrebbe reagito diversamente proprio grazie alla sua intelligenza)? E’ vero che ormai con tutti questi nomignoli già di per sé addomesticanti si porta a far credere che questi animali siano praticamente ‘umani’: ma non scadiamo nel ridicolo! E’ infatti notorio che di fronte a dei fari abbaglianti ogni animale si blocca non riuscendo a capire di che cosa si tratti. E invece, cosa assai più importante ma di cui nei comunicati nessuno parla o scrive: ‘Coma ci faceva quell’orso da quelle parti? E cosa ci fanno i suoi ‘fratelli’ attorno ai paesi dell’Abruzzo quasi intero?”
Zunino è stupito che “nessuno che si chieda se quel colpo di fucile non possa essere una reazione di rivalsa da parte di chi si era forse stufato di subire danni a colture ed allevamenti di animali domestici (che l’orso è sempre più costretto ad andare a cercare ovunque: notorie sono le scorrerie alimentare di quest’animali in pollai ed orti vari, finanche quasi nel centro di una città come Sulmona!). Prima di dare la colpa all’automobilista e allo sparatore, ci si chieda quindi piuttosto chi siano i veri responsabili di questo sbandamento totale della popolazione dell’Orso marsicano. Forse sarebbe più facile trovare i colpevoli! Ma forse proprio per questo non li si vogliono trovare e sempre si cavilla per stornare l’attenzione verso altre categorie di persone e verso altri fatti”, conclude il Segretario Generale AIW.