Lo hanno deciso le sigle sindacali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, come si legge in una nota, “in risposta alla ‘grave e inaccettabile’ decisione dei vertici dell’azienda di chiudere gli stabilimenti italiani di Assemini (Cagliari) e di Avezzano con il conseguente licenziamento in tronco di tutti i 186 lavoratori”.
“A suo dire, l’azienda giustifica la propria decisione -continua la nota- con la sovraccapacità produttiva del Gruppo in presenza della ridotta produzione globale di acciaio (in Italia, la crisi Ilva e le chiusure di acciaierie come Ferrero e Piombino, ndr)”.
In realtà, rispondono indignati i sindacati, “la multinazionale ha investito nello stabilimento della Repubblica Ceca, aumentando la capacità produttiva del Gruppo e lasciando indietro proprio gli stabilimenti italiani”.