“I due arrestati” spiega il dirigente della Squadra volante della Questura, Paolo Pitzalis “erano soliti posizionarsi con un furgone (dotato di vetri oscurati, ma soprattutto di attrezzature elettroniche per la riproduzione in loco delle carte bancomat clonate) in prossimità degli sportelli bancomat. Qui venivano poi sistemati dei sistemi meccanici ed elettronici, in grado di far funzionare regolarmente il bancomat e, dunque, a porre a buon fine il prelievo del denaro, ma nello stesso tempo a clonare le carte, attraverso l’invio via radio dei codici delle carte, catturati da micro-telecamere, della grandezza di una testa di spillo”.
Ad insospettire gli agenti della volante, il furgone con i vetri oscurati in prossimità della Carispaq di viale Alcide De Gasperi. Alla vista degli agenti, i romeni che si trovavano all’interno del furgone hanno tentato la fuga, durata solo pochi minuti. All’appello manca un terzo complice, fuggito durante l’inseguimento.
Nel corso della perquisizione gli inquirenti hanno trovato addosso ai due arrestati 2 mila euro in contanti. Gli investigatori hanno già scoperto che la banda poco prima aveva effettuato altri prelievi nella filiale della Banca dell’Etruria lungo viale Corrado IV.
Il dirigente della Squadra Mobile, Domenico Farinacci ha poi aggiunto che il terzetto ha compiuto truffe in altre zone dell’Abruzzo e fuori regione. Entrambi i dirigenti della Questura dell’Aquila hanno evidenziato il ruolo importante e determinante della popolazione avuto nell’indagine ma anche quello di segnalare agli agenti tempestivamente, eventuali situazioni anomale che si possano verificare in caso di prelievo di denaro nei vari sportelli bancomat.