Pescasseroli. Con l’incontro con i portatori di interesse (amministratori comunali e regionali, operatori economici, associazioni ambientaliste e culturali, comitato giovani Unesco dell’Abruzzo) di sabato scorso presso il Centro visita del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, a Pescasseroli, si è conclusa la visita dell’ispettore dell’Unesco, la dott.ssa Lu Zhi, che ha condotto la verifica delle condizioni e delle caratteristiche naturali delle faggete vetuste che il Parco sta promuovendo al riconoscimento di patrimonio dell’Umanità, secondo i criteri dell’Unesco.
L’incontro – spiega una nota dell’Ente – fa ha fatto seguito ai sopralluoghi alle aree proposte come faggete vetuste, che nel Parco d’Abruzzo ricordiamo essere presenti in Val Cervara (Villavallelonga), nella Selva di Moricento (Lecce dei Marsi), al Coppo del Principe ed al Coppo del Morto (Pescasseroli) ed a Cacciagrande e Valle Iancino di Val Fondillo (Opi), che hanno destato la massima attenzione della ispettrice, membro dell’ Uicn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), per l’integrità ecologica che vi ha ravvisato, anche per il rilievo di evidenti tracce della presenza dell’orso marsicano, del lupo, del picchio dorsobianco, della sempre più rara martora e di tante altre specie anche vegetali come l’orchidea fantasma, la scarpetta di Venere e la Lobaria polmonaria, un lichene particolare che caratterizza con la sua presenza proprio le faggete vetuste.
L’incontro con i portatori di interesse è stato particolarmente intenso, con interventi diversificati, che hanno visto tutti pronunciarsi a favore della dichiarazione delle foreste suddette a patrimonio dell’Umanità, dai sindaci dei Comuni interessati al rappresentante della Regione Abruzzo, dagli albergatori alle associazioni ambientaliste e culturali, dagli operatori del turismo naturalistico a quelli forestali, interventi che hanno particolarmente colpito l’ispettrice dell’Unesco sia per il loro numero sia per i molti approcci evidenziati al problema della tutela delle foreste vetuste.
Il processo di candidatura, che ha preso l’avvio nel 2012 – proegue la nota del Parco nazionale – è ormai giunto alle sue fasi finali, e vede partecipare ben 10 siti italiani: Sasso Fratino nel Parco delle Foreste Casentinesi, M. Cimino in Comune di Soriano nel Cimino, M. Raschio nel Comune di Oriolo Romano, Cozzo Ferriero nel Parco del Pollino, Foresta Umbra nel Parco del Gargano.
La dr.ssa Lu Zhi ha dunque visitato tutti questi siti accompagnata dal dr. Carmelo Gentile in rappresentanza del Parco capofila e dai professori Piovesan e Di Filippo dell’Università della Tuscia, che hanno potuto cosi’ illustrarle le caratteristiche dei siti e i risultati delle ricerche condotte in ciascuno di questi, ricerche che hanno reso possibile mettere in luce proprio la caratteristica di estrema naturalità e complessità biologica delle faggete oggetto di candidatura.
Nel processo il Parco d’Abruzzo è capofila per l’Italia, in relazione alla vasta conoscenza e considerazione che esso gode a livello internazionale, sostiene il direttore, un implicito riconoscimento del ruolo guida del progetto.
“Un’altra tappa importante si aggiunge al lungo e articolato percorso per il riconoscimento delle faggete vetuste quale patrimonio mondiale dell’Unesco – ha dichiarato il presidente del Parco – che ci auguriamo, a questo punto, possa concludersi con l’auspicato riconoscimento nell’estate del 2017”.