Terremoto L’Aquila, crollo via Sturzo: Augusto Angelini rinviato a giudizio

terremoto_crolloL’Aquila. Il gup del Tribunale de L’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, ha rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio e disastro colposo, Augusto Angelini di 85 anni, per il crollo dell’edificio di via Sturzo 39, da lui in parte progettato, nel quale la notte del 6 aprile 2009 sono morte 21 persone. Il processo è stato fissato per il 7 ottobre.

Secondo l’accusa il palazzo sarebbe crollato in seguito all’uso di calcestruzzo scadente, per carenze costruttive consistenti nel numero minimo di staffe di collegamento delle armature, per errori di progetto e calcolo delle strutture consistiti nella mancata previsione e verifica del sistema resistente alle azioni sismiche orizzontali provenienti da almeno due direzioni.

Il processo è stato disposto solo sulla base di una perizia commissionata dall’accusa. Oggi, infatti, il difensore dell’imputato, Augusto Di Sano, ha chiesto che venisse disposta una consulenza di ufficio senza che la istanza, che verrà reiterata nel dibattimento, fosse accolta.

Nella vicenda sarebbero implicate anche altre persone, forse a maggior titolo rispetto all’imputato, ma sono decedute da anni. L’avvocato Di Sano ha anche presentato dei documenti d’epoca in base ai quali si ravviserebbe la responsabilità di un ingegnere che fu incaricato dalla Prefettura di fare importanti verifiche sui lavori ma finora non è mai entrato nell’indagine. Nell’udienza di oggi si sono costituite 16 parti civili, tra cui il Comune de L’Aquila, che hanno avanzato richieste risarcitorie per svariati milioni di euro. L’avvocato della difesa ha poi sollevato, nel corso dell’udienza preliminare, delle discrasie tra la perizia del pm e quella di parte, che avrebbero messo in luce come dai dieci appartamenti presenti nella fase progettuale in realtà ne siano stati realizzati due di più, ma anche sul posizionamento di grossi serbatoi dell’acqua sul tetto dell’edificio, non presenti nel progetto.

La magistratura, sulla scorta di indagini fatte dalla Forestale, ha osservato come nella zona tra via Sturzo e strade vicine, dove ci sono tutti edifici in cemento armato costruiti tra il 1950 e il 1965, ci sono state 135 vittime, il 45 per cento del totale dei morti per il sisma del 6 aprile.

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