Sotto accusa ci sono progettisti, collaudatori ed esecutori dei lavori che risalgono all’inizio degli anni ‘90. Si tratta di Gian Ludovico Rolli, Giulio Fioravanti, Massimo Calda, Carmine Benedetto, Ernesto Papale, Sergio Basile e Giovanni Cecere.
Nell’udienza preliminare, il pm Fabio Picuti ha ricordato che secondo i periti potevano esserci 2mila morti se il devastante sisma si fosse verificato in pieno giorno anziché di notte. Le indagini, svolte dai consulenti dei pm e dagli agenti del Corpo forestale dello Stato, avevano evidenziato le censure a quella costruzione realizzata a metà anni novanta: “Progetti incompleti dove mancavano dettagli architettonici e costruttivi relativi all’ancoraggio e all’appoggio delle coperture inclinate e mancato controllo”.
Nell’ambito dell’inchiesta l’Ateneo ha chiesto un risarcimento danni per 9 milioni di euro, mentre un milione di euro è stato chiesto dal Comune de L’Aquila.