I computer arrancano, e serve l”orecchio’ di un esperto in carne e ossa per valutare la reale magnitudo considerando solo i dati più affidabili. Se questo non accade, per un qui pro quo nel dialogo uomo-macchina, può nascere un terremoto ‘fantasma’, come quello che si è verificato questo pomeriggio in Abruzzo.
La scossa, registrata alle 13:27 nei pressi di Montereale, è stata immediatamente valutata dal sistema informatico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), che in prima battuta ha stimato una magnitudo pari a 3.3.
”I nostri computer operano 24 ore su 24, monitorando il continuo flusso di dati provenienti dalle oltre 450 stazione sismiche sparse in tutta Italia”, spiega Salvatore Mazza, direttore del Centro Nazionale Terremoti Ingv.
Quando il ‘cervellone’ informatico avverte un segnale strano che fa pensare ad un terremoto, parte in automatico per incrociare i dati delle stazioni nella zona interessata , in modo da fare un quadro più preciso della situazione.
‘Spesso, però, i computer non riescono a selezionare i dati più affidabili: per questo motivo – precisa l’esperto Ingv – è sempre previsto l’intervento del turnista, che controlla e corregge il tiro’.
Anche questo pomeriggio l’operatore di turno aveva intuito che i calcoli fatti in maniera automatica dal computer erano sbagliati, e per questo aveva subito provveduto a correggerli, valutando la magnitudo dell’evento pari a 1.2.
‘Alla fine dell’operazione, però, il computer non ha ricevuto il comando che imponeva di non considerare il primo valore scorretto – spiega Mazza – e così ha inviato in automatico la segnalazione sbagliata’.