Il pool di supporto ai ricoverati, che si avvale di uno psichiatra, 2 specialisti di neuropsichiatria infantile e 4 psicologi, segue 9 degenti, ospitati nei reparti di ortopedia, chirurgia, neurochirurgia e neurologia. Gli specialisti si sono occupati anche di 2 bambini, ormai dimessi dal San Salvatore, che erano in stato di forte shock: un lavoro di grande delicatezza che ha impegnato il team della Asl, all’interno della pediatria, per l’intera giornata di mercoledì scorso.
Le modalità operative del lavoro del gruppo di esperti consistono in incontri e colloqui con i testimoni della tragedia, svolti sia accanto al letto del degente, se questi è impossibilitato a muoversi, sia in spazi diversi, all’interno del reparto, se il ricoverato è in condizioni di deambulare e spostarsi.
In alcuni casi, nella psiche del malato, agisce quella che gli esperti della disciplina chiamano la rimozione dell’evento, cioè il rifiuto di accettare ciò che è accaduto, in altre circostanze si attiva il meccanismo della rievocazione dei fatti, altre volte l’esternazione dell’angoscia funge da elementare valvola di scarico per alleggerire momentaneamente il peso nell’animo.
L’assistenza psicologica, peraltro, in alcuni casi si è svolta anche sui familiari dei ricoverati, parte di una dolorosa catena affettiva messa insieme dai tragici accadimenti dei giorni scorsi nel Lazio.