L’Aquila. Aciam Spa e Arta avevano negato al WWF l’accesso ad alcuni atti del procedimento sulla realizzazione della discarica di Gioia dei Marsi. Oggi il Tar dell’Aquila ha accolto pienamente il ricorso del WWF e del periodico “Il Martello del Fucino” per la trasparenza sul parere endoprocedimentale dell’Arta, sul verbale dell’assemblea dei soci dell’Aciam e sui materiali della gara di appalto.
Più in particolare, l’associazione aveva contestato il rilascio ad Aciam Spa dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) da parte della Regione Abruzzo per la realizzazione della discarica di Valle dei Fiori, nel territorio di Gioia dei Marsi, a 1000 metri di quota e sopra uno dei principali acquiferi della regione. Successivamente, è stato presentato anche un secondo di tipo incidentale contro il diniego dell’ Aciam Spa e dell’Arta alla richiesta di accesso agli atti avanzata dal WWF.
“Il TAR” spiegano meglio Herbert Simone e Maurizio Di Nicola, gli avvocati che hanno curato il ricorso “si è pronunciato su un aspetto per nulla secondario della vicenda, quello della trasparenza degli atti amministrativi che sono stati alla base del procedimento – quelli dell’Arta – e di quelli relativi alla indizione della gara d’appalto. Con una ordinanza che farà giurisprudenza a livello nazionale, il TAR ha chiarito in primo luogo che non solo il WWF era legittimato come associazione ambientalista riconosciuta ma che lo era anche il periodico Il Martello del Fucino. Questo perchè la disciplina sulla trasparenza degli atti in materia ambientale consente l’accesso a qualsiasi cittadino. In secondo luogo il TAR ha stabilito che ACIAM, in quanto soggetto gestore di un servizio pubblico partecipato da 37 comuni, ha l’obbligo di garantire massima trasparenza ai propri atti e in particolare al verbale dell’assemblea dei soci, uno dei documenti che avevamo richiesto. Inoltre gli stessi atti di gara, a parte quelli strettamente connessi alla valutazione comparativa delle offerte, devono essere resi accessibili”.
stando, inoltre, a quanto dichiarato da Camilla Crisante, presidente regionale del WWF, in questa vicenda sarebbe stato particolarmente grave l’atteggiamento dell’Arta che il TAR avrebbe censurato. “L’Arta” sottolinea, infatti, la Crisante “è un organismo centrale nelle procedure autorizzative di attività che possono avere conseguenze sull’ambiente. Per questo, per il rispetto nei confronti dei cittadini, dovrebbe garantire una trasparenza totale per i suoi atti. Riteniamo che questa sonora bocciatura debba stimolare il Consiglio Regionale e il Governo Regionale a chiarire che gli enti strumentali devono garantire massima trasparenza e partecipazione nell’esercizio delle proprie funzioni. Per quanto rigiarda Aciam, stigmatizziamo il fatto che recentemente alcuni amministratori con una solerzia degna di miglior causa, siano intervenuti in maniera del tutto unilaterale e irrituale per sostenere le posizioni dell’Aciam sul ricorso che ancora pende sulla discarica. Ci chiediamo come mai non abbiano speso una parola per garantire la trasparenza degli atti, che, al di là della decisione che ci sarà nel merito del ricorso sulla discarica, è alla base di qualsiasi democrazia. Ora che il TAR ha ristabilito questo principio, ci aspettiamo dagli amministratori un cambio di rotta anche nella discussione sulla reale necessità di questa discarica, sugli inaccettabili rischi ad essa connessi e, soprattutto, sull’organizzazione della raccolta differenziata porta a porta”.