Per il WWF si tratta di richieste definite “incredibili”, in quanto “servono solo a nascondere il clamoroso fallimento di chi è preposto a vario titolo ad assicurare e controllare un servizio che dovrebbe rispettare gli obblighi di legge. Chi in questi giorni sta cercando di suscitare allarme dovrebbe invece impegnarsi a spiegare alla pubblica opinione e ai cittadini che pagano la tariffa come mai non sono stati rispettati gli obiettivi di legge per la raccolta differenziata. A 14 anni dal varo del cosiddetto decreto Ronchi che dava obiettivi precisi sulla gestione dei rifiuti (raccolta differenziata al 15% entro il 1999; 25% entro il 2001 e 35% entro il 2003!) e a 5 anni dal varo del Testo Unico sull’Ambiente (che dava come obiettivo il 45% di differenziata entro il 2008 e pone l’obiettivo del 65% entro il 2012), comuni importanti come Celano sono fermi ad un misero 7,24% di raccolta differenziata (Trasacco è al 8,91%; Magliano è al 5,42%; Gioia dei Marsi, che dovrebbe ospitare la discarica, è al 15,22%). Questi dati sono quelli ufficiali e più aggiornati (al primo semestre 2010) della Regione Abruzzo consultabili da tutti sul sito dell’Osservatorio Regionale dei Rifiuti ed allegati al comunicato. Il sito WEB del Comune di Avezzano ci avverte, con tanto di punto esclamativo, che la raccolta differenziata è arrivata al 10% (i dati della Regione indicano il 14,63% con un -0,53% rispetto al 2009) mentre si susseguono reiterati annunci sull’avvio della raccolta porta a porta che però finora sono rimasti solo sulla carta. La Provincia di L’aquila è ferma al 19,16%. Ricordiamo che il Piano Regionale dei Rifiuti della Regione Abruzzo aveva posto il 50% di raccolta differenziata come obiettivo da raggiungere entro il 2009”.
Secondo WWF, si tratterebbe di dati che pongono l’area “fuori da qualsiasi contesto europeo e che in altri paesi avrebbero portato i vari responsabili alle dimissioni in blocco. Qui, come si dice, ci si butta avanti per non cadere indietro e si individua nell’ennesima discarica la panacea di tutti i mali prospettando altrimenti l’emergenza. Con una raccolta porta a porta in poche settimane si può passare da meno del 10% al 70% e oltre di raccolta differenziata, riducendo di 3/4 la quantità di rifiuti che deve essere portata in discarica. In questo modo non ci sarebbe alcuna emergenza rifiuti e si eviterebbero scelte del tutto pericolose per l’ambiente come la localizzazione di una discarica a 1000 metri di quota al di sopra di un acquifero tra i più importanti d’Abruzzo”.