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L’Aquila, dopo la protesta prorogata l’assistenza al fotografo sfollato. Per i lavori ancora non è detta l’ultima parola

L’Aquila. La storia è quella del condominio Filadelfia, Via Caprini. Non è zona rossa, nell’Aquila disastrata: ma disastrate sono le sue palazzine, che fino al 6 aprile ospitavano 43 famiglie. E la storia è di Renato Vitturini, che con la sua macchina fotografica ogni giorno immortala la cronaca dell’Aquila. Renatino – così lo conoscono tutti – una settimana fa aveva deciso di incatenarsi davanti a Palazzo Silone, sede della Regione: per la Struttura per la Gestione dell’Emergenza, avrebbe dovuto abbandonare il suo hotel a Lucoli, dove abita da oltre un anno con l’anziana madre.

La motivazione, secondo la struttura commissariale, sarebbe legata ai ritardi dei lavori con i quali la ditta avrebbe dovuto rendere di nuovo agibile le palazzine del Filadelfia: una proroga non è bastata alla ditta per terminarli, considerata anche la mole di lavori che si era aggiudicata. Quattro milioni di euro, riferisce Maria Grazia D’Ascanio, ingegnere alla quale è stato affidato il progetto e, al tempo stesso, ex abitante del Filadelfia. Ad una settimana di distanza dalla protesta, sembra che qualcosa si sia mosso. La situazione di Renato è esemplificativa di quello che sta accadendo all’Aquila, soprattutto in merito ai lavori di ristrutturazione delle case B e C, quelli che avrebbero dovuto essere portati a termine entro 6 mesi e che, per lunghezze burocratiche e inottemperanze delle ditte, stanno ritardando il rientro a casa degli aquilani. Su sollecitazione del Commissario per la ricostruzione è arrivata la proroga dei benefici per Renato, in previsione di estendere il provvedimento anche agli altri aquilani che dovessero ritrovarsi nella condizione di non rientrare a casa, non per proprie colpe. Per ora, può rimanere in albergo, così come altri cittadini: ma rimane aperta la questione legata alle ditte che dovranno eseguire i lavori nei singoli appartamenti, con Renato che continuerà a combattere per il suo diritto a rientrare a casa.
E se il Filadelfia, con i suoi 4 miliardi di appalto per la ristrutturazione, è solo la punta di un iceberg, quello di Renato non è sicuramente un caso isolato.

L’Aquila, fotografo sfollato si incatena davanti al Palazzo della Regione