L’Aquila. È stata rinviata al 29 aprile prossimo l’udienza del processo sul crollo del Convitto nazionale, in cui persero la vita tre minorenni la notte del 6 aprile 2009. La causa è un vizio di notifica constatato dal giudice Giuseppe Grieco. E intanto i familiari di Luigi Cellini (15 anni), Ondreiy Nouzovsky, 17 anni, e Marta Zelena, 16 anni, attendono ancora che giustizia sia fatta.
Nel processo risultano imputati il preside Livio Bearzi e il dirigente della Provincia Vincenzo Mazzotta, entrambi accusati di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni gravi. Agli stessi viene contestata la mancata ristrutturazione dell’edificio e l’inesistenza di un piano per la sicurezza. Il preside sarebbe poi accusato di non avere fatto evacuare i ragazzi dalla struttura situata a pochi metri da Piazza Palazzo, in pieno centro storico.
“Pensavamo di vedere un pò di giustizia” ha commentato la mamma di Luigi Cellini. “Quei ragazzi non hanno avuto il tempo di difendersi. Ai maggiorenni è stato permesso di uscire, ai minorenni come mio figlio no, sarebbe bastata una semplice telefonata. Quella notte a mezzanotte e mezza era stata ufficializzata l’ordinanza del primo cittadino che ordinava la chiusura delle scuole per i giorni seguenti, allora mi domando come mai non è stato fatto nulla nell’immediatezza. Ho avuto la possibilità di vedere la stanza in cui dormiva mio figlio: non ho parole, era la più massacrata”.
Nel corso della breve udienza dibattimentale come parte civile si è costituito il Comune (assistito dall’avvocato Domenico De Nardis) e ai fini della difesa si sono costituiti il Ministero dell’Istruzione e il Convitto Nazionale, Enti assistiti dall’Avvocatura dello Stato. La difesa di Livio Bearzi, ha chiamato in causa due ministri come testimoni. Si tratta di Maria Stella Gelmini, ministro dell’Istruzione e Altero Matteoli, ministro per le Infrastrutture.
Secondo l’avvocato Guidobaldi, legale di Bearzi, c’è una legge che potrebbe scagionare i due imputati, promulgata il 30 ottobre del 2008 e riguardante il settore scolastico sotto il profilo delle responsabilità. In uno dei commi si legge che il ministero dell’istruzione nomina un soggetto attuatore, ovvero un commissario, che definisce gli interventi da effettuare per assicurare la messa in sicurezza dei cento edifici scolastici presenti sul territorio nazionale che presentano aspetti di particolare critica sotto il profilo della sicurezza sismica tra cui il Convitto.
Secondo la difesa, se il Convitto era un edificio da adeguare gli imputati vanno scagionati in quanto nessuna notizia in proposito è stata comunicata al preside. Se, invece, il Convitto era considerato adeguato a livello sismico non si vede la necessità di altri lavori chiesti agli imputati. E, infine, se la legge non è stata mai applicata la colpa non è di certo degli accusati. I ministri dovranno spiegare come mai la legge per il Convitto non è stata applicata e perchè.