“I cacciatori che impotenti hanno assistito alla scena – riferisce il consigliere comunale di Scanno, Eustachio Gentile – sono rimasti esterrefatti. Qualcuno di loro per salvare la famigliola di orsi ha anche esploso qualche colpo in aria, ma il branco non si è intimorito. Non è chiaro se qualche cucciolo sia stato ferito dai morsi”. Gentile chiede alla Asl, al Corpo forestale dello Stato e all’ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, un intervento immediato per salvare mamma orsa e suoi i tre piccoli, anche arrivando all’abbattimento o alla cattura dei cani randagi che in più occasioni si sono dimostrati aggressivi anche verso escursionisti e appassionati della montagna. “Le comunità di Scanno e Villalago – aggiunge Gentile – stanno facendo di tutto per tutelare l’incolumità’ di questi orsi, vero patrimonio dell’intero territorio e vanto internazionale in termini di biodiversità. Per questo evitiamo di comunicare il luogo preciso in cui alberga la famigliola di orsi, al fine di non creare loro disturbo da parte dei curiosi”. L’ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, attento al pericoloso fenomeno presentatosi nell’area protetta, il 9 aprile 2009 ha commissionato a due consulenti veterinari esterni il “Progetto per lo studio preliminare del fenomeno del randagismo canino e suo impatto sul patrimonio zootecnico”, con un impegno di spesa pari a 12 mila euro complessivi. L’esito dello studio deve essere ancora presentato e le amministrazioni comunali, non solo quelle di Scanno e Villalago, visto che il problema interessa l’intera area protetta, sono in attesa dei risultati per intraprendere le azioni necessarie a debellare il fenomeno. “La paventata chiusura della stazione della forestale a Scanno – conclude Eustachio Gentile – può solo fare presagire che i controlli per la tutela del patrimonio faunistico protetto subiranno una chiara e incontrovertibile involuzione”.