Lo rende noto la Coldiretti L’Aquila sulla base degli ultimi dati diffusi da Infocamere. Sembra che lo scenario della provincia aquilana sia pressoché in linea con quello nazionale, rivelandosi complessivamente negativo. La produzione realizzata dall’inizio dell’anno fino al periodo considerato è stata infatti giudicata in flessione rispetto a quella del periodo corrispondente 2009. Anche il trend del mercato, a seguito della flessione delle quantità commercializzate e a causa dell’evoluzione congiunturale negativa dei prezzi della maggioranza dei prodotti agricoli, risulta negativo.
“Già penalizzati da una sfavorevole congiuntura economica” sostiene la Coldiretti L’Aquila, “gli agricoltori e gli allevatori dell’aquilano si trovano in una condizione di ulteriore difficoltà aggravata dalle conseguenze degli eventi sismici: non avendo sospeso l’attività non hanno potuto ricevere risarcimenti, né poter accedere ai fondi sul mancato reddito previsti dall’ODPC N. 3789 o beneficiare di un provvedimento specifico. In tal senso, fa notare la Coldiretti, a distanza di quasi due anni, non è ancora stato attivato il bando di sostegno che prevedeva l’attivazione della misura 1.2.6 “Danni per la calamità naturali”. Alcune problematiche non devono essere sottaciute, come ad esempio il fatto che molte imprese, essendo stati aperti i bandi sul PSR in concomitanza con l’evento sismico, non hanno potuto richiedere gli interventi comunitari e poi, a causa della mancata proposta di nuovi bandi, sono rimaste a secco. Certo che alle poche cui sono stati approvati i contributi non è andata troppo meglio visto che ad oggi non hanno potuto ancora ricevere un euro, pur indebitandosi per gli investimenti. La mancanza di provvedimenti, infine, relativi alle indennità di esproprio e occupazione non fa che fomentare il già forte malcontento di numerosi proprietari come pure degli affittuari”.
Secondo Raffaello Betti, direttore della Coldiretti L’Aquila, un ruolo decisivo nell’attuale contesto agricolo aquilano dovrebbe essere rivestito dalla Regione, che, per il permanere delle imprese agricole sul territorio, dovrebbe nella sua opininione rafforzare l’orientamento al mercato e la competitività “attraverso la promozione di un’agricoltura responsabile e sostenibile e riconoscendo all’agricoltore non solo il ruolo di produttore, ma anche di protettore del territorio e dell’ambiente e al servizio della collettività. È importante quindi sostenerne la crescita favorendo in questo modo anche la creazione di posti di lavoro, affinché un settore economico così importante possa essere rilanciato e rispondere in maniera adeguata alle esigenze del mercato nazionale ed estero”.